Il coach spagnolo ha parlato per la prima volta della sua collaborazione con Jasmine Paolini in un’intervista concessa a Puntodebreak, spiegando tra le altre cose i motivi che lo hanno spinto ad accettare l’incarico

Jasmine Paolini si sta preparando a una fase della stagione estremamente delicata, dove subito dopo Roma dovrà difendere le due finali ottenute lo scorso anno al Roland Garros prima e Wimbledon poi. Al suo fianco nel ruolo di allenatore c’è da qualche settimana Marc Lopez, che ha preso il posto dello storico coach Renzo Furlan, con la collaborazione tra i due che è iniziata ufficialmente con il torneo di Stoccarda e che proseguirà almeno fino a tutta la stagione sul rosso. Proprio il coach spagnolo ha parlato del lavoro che sta impostando con Paolini, in un’intervista concessa recentemente a Puntodebreak. “Sto cercando di aiutarla, di renderla felice – spiega Lopez – voglio darle le cose di cui ha bisogno in questo momento della sua vita. Vedo che qualsiasi cosa io dica lei mi ascolta e cerca di applicarla. Sto anche imparando a capire quando e come dirle queste cose. Non vengo a cambiare il suo gioco o a fare una rivoluzione.”
Lopez ha poi raccontato come è nata l’idea di lavorare con Paolini, una sfida che ha fin da subito affascinato il coach spagnolo visto anche che si tratta della prima in assoluto a livello WTA. “Un giorno il manager di Jasmine mi ha contattato e mi ha fatto capire che l’idea di cominciare il percorso insieme veniva proprio da Jasmine, che ha apprezzato la mia carriera da giocatore e ovviamente il mio percorso con Rafa. Quello che ho apprezzato è stata soprattutto la sensazione che mi ha dato senza conoscerla, una persona allegra, seria quando deve esserlo, ma sempre sorridente. Questa simpatia, unita ai suoi successi sportivi, alla fine mi ha convinto. Inoltre non vedevo l’ora di provare con una giocatrice, visto che finora ero stato solo nel circuito maschile”.
Infine un commento su un tema spesso dibattuto quando si parla di Paolini, ovvero le tante partite che la vedono protagonista in virtù della decisione di giocare singolo e doppio. “Se vedo che il doppio può danneggiare la sua carriera individuale, forse le proporrei di smettere. È il mio lavoro, il mio dovere è dirle cosa è meglio per lei. Al momento, da quello che mi dice, so che ama giocare in doppio, dice che la aiuta e la rende felice. Sara Errani è la sua migliore amica, ogni volta che giocano le vedo sorridere e questa è la cosa più importante”.

