Lo spagnolo va in fuga al tie-break del terzo e batte Djokovic sul cemento per la prima volta dopo tre anni. E’ stato decisivo il servizio. In finale sfiderà Milos Raonic. 
Niente balletto per Novak Djokovic dopo la semifinale di Montreal

Di Riccardo Bisti – 11 agosto 2013

 
I più delusi erano i raccattapalle e la mascotte. In caso di vittoria di Novak Djokovic, avrebbero avuto un minuto di gloria nella danza inventata da “Nole” per questa edizione del Canadian Open. Il balletto è rimasto lì, strozzato come l’urlo di un gol mancato. In finale ci va Rafael Nadal ed è una notizia importante, molto importante. Significa che lo spagnolo continua ad essere competitivo anche sul cemento, la superficie più ostica per le sue “rodillas”, le ginocchia martoriate da infinite rincorse. A parte Wimbledon, dove si è presentato in condizioni (inspiegabilmente) pietose, Nadal è giunto in finale in tutti i tornei giocati nel 2013. E Montreal è una delle più sorprendenti, perché il percorso era pieno di bucce di banana. Invece Rafa si è messo di buzzo buono, affrontando la scalata con lo spirito del ciclista. Gli stilisti della Nike gli hanno preparato una maglia gialla, come il leader del Tour de France, e lui ha affrontato ogni partita come se fosse una tappa della Grand Boucle. Il match contro Djokovic si presentava come un tappone pirenaico e alpino allo stesso tempo, ma Nadal è arrivato al traguardo a braccia alzate, con agio. Si è potuto aggiustare la maglia, come fanno i ciclisti che arrivano in solitario. E’ finita 6-4 3-6 7-6 in circa due ore e mezza, ma a pochi chilometri dal traguardo c’è stato lo strappo decisivo. Al momento di giocarsi il tie-break, Nadal si è alzato sui pedali e Djokovic si è bloccato, come se si fosse inceppata la catena della sua bicicletta. Tanto è bastato (un primo punto pazzesco e un banale dritto in corridoio sullo 0-3) per portare Nadal addirittura sul 6-0, con sei matchpoint a disposizione. Un paio di saette (una di dritto e una di rovescio) hanno allungato la sfida, ma il distacco era ormai incolmabile.
 
Si conferma la candidatura di Nadal a numero 1 ATP del 2013. Si pensava (e, tutto sommato, si pensa ancora) che i tornei sul cemento possano dare una mano al serbo. Ma Nadal gli sta ancora avanti nella “Race”, e il distacco aumentera di 240 punti, che diventeranno 640 se oggi (ore 21, diretta Sky Sport 2) lo spagnolo dovesse battere Milos Raonic, emerso dalla prima semifinale nel derby canadese contro Vasek Pospisil, pure lui battuto solo al tie-break del terzo (6-4 1-6 7-6 lo score). Nadal è competitivo e gioca sempre meglio a tennis, confermando una qualità che spesso viene sottovalutata per soffermarsi sulle sue doti atletiche, peraltro eccezionali. Era il 36esimo scontro diretto tra i due. Quelllo di Montreal è il 21esimo successo di Nadal, ma ha un significato importante: era dal 2010 che non vinceva sul cemento (finale dello Us Open). Da allora c’è stata una terrificante serie di sette finali consecutive a favore di Djokovic. In tanti hanno pensato che l’inversione di tendenza sarebbe stata irreversibile. E invece Nadal ha saputo riprendersi, prima sull’amica terra e adesso sul nemico cemento. A fine partita, Nada ha agitato il ditino e ha lanciato la palla verso il pubblico. Un gesto che ha ricordato quello di Roger Federer dopo la semifinale del 2011, quando mise fine alla striscia vincente del serbo. Segno che ha goduto più di altre volte, o semplicemente perché era consapevole della portata dell’impresa.
 
E’ stata un’ottima partita, piacevole da vedere dal primo all’ultimo punto. Non bisogna farsi ingannare dal bilancio tra vincenti ed errori gratuiti (-15 per Nadal, -17 per Djokovic). I due si prendono a schiaffi con così tanta violenza che è normale chiudere gli scambi con un errore forzato. La differenza? Detto che sono arrivati spalla a spalla al tie-break finale, il fattore è stato il servizio. Nadal ha chiesto tanto alla sua prima di servizio, peraltro tenendo una percentuale del 70%. Alla fine ha tirato sette ace, appena uno in meno di Djokovic. Da parte sua, il serbo ha pagato ben sette doppi falli, di cui cinque nel primo set. Col senno di poi, sono stati decisivi. I due hanno gestito molto bene il match sul piano mentale: le recenti dichiarazioni di papà Djokovic avrebbero potuto generare qualche tensione. In realtà, Nole aveva già stemperato gli animi prendendo le distanze da Srdjian. A un certo punto, Nadal lo ha centrato con una pallata involontaria, scusandosi platealmente. E ha provato a scusarsi di nuovo al momento della stretta di mano. Djokovic non lo ha neanche fatto parlare, come a dire che è tutto ok. Ma non è tutto ok sul piano dei risultati: questa sconfitta può causargli qualche preoccupazione. Adesso proverà a centrare il Career Masters 1000, perché Cincinnati è l’unico super-torneo che gli manca. Non potrebbe esserci modo migliorare per dimenticare una sconfitta piuttosto dolorosa. Da parte sua, Nadal va a caccia del 25esimo titolo nei tornei della categoria. Parte favorito: contro Raonic non ha mai perso. Ha vinto tre volte su tre (due sul cemento), senza mai perdere un set. Basterà la carica del pubblico canadese per metterlo in difficoltà?

MASTERS 1000 MONTREAL
Semifinali

Milos Raonic (CAN) b. Vasek Pospisil (CAN) 6-4 1-6 7-6
Rafael Nadal (SPA) b. Novak Djokovic (SRB) 6-4 3-6 7-6

Finale
Rafael Nadal vs. Milos Raonic (h. 21, diretta Sky Sport 2)