Dopo un torneo all’insegna delle defezioni, il Mutua Madrid Open è giunto agli ultimi atti tanto nel torneo maschile quanto nel femminile. Nel pomeriggio Swiatek e Sabalenka si troveranno nuovamente l’una contro l’altra come dodici mesi fa, mentre nel maschile Felix Auger-Aliassime raggiunge in finale Andrey Rublev

La numero uno contro la numero due del seeding, ancora una volta l’una contro l’altra per la conquista del titolo. Per il terzo anno consecutivo nel Mutua Madrid Open ad arrivare in fondo sono le prime due teste di serie, nella rivincita della finale dello scorso anno: Iga Swiatek contro Aryna Sabalenka. Il percorso che le ha portato all’ultimo atto del WTA 1000 di Madrid è totalmente differente, con la giocatrice bielorussa che ha faticato non poco per avere la meglio sulle giocatrici incontrate sul suo cammino. Nella semifinale contro Elena Rybakina – terminata con il punteggio di 1-6, 7-5, 7-6(5) – Sabalenka si è trovata a un passo dalla sconfitta quando la kazaka è andata a servire per il match sul 5-4 del secondo set, e più in generale le sue vittorie sono arrivate sempre al terzo set ad esclusione del quarto di finale contro Mirra Andreeva.

Più netto il percorso di Iga Swiatek, che invece sul suo cammino ha lasciato solamente il set di apertura Beatriz Haddad-Maia nei quarti di finale, prima di lasciarle appena due game nei successivi due parziali. La giocatrice polacca è a caccia del terzo ‘1000’ stagionale dopo aver conquistato già Doha e Indian Wells, con i precedenti contro Sabalenka che la vedono avanti 6-3 nei match ufficiali. La finale dello scorso anno fu estremamente combattuta e la spuntò solamente al terzo set la giocatrice bielorussa, che però arriva all’atto finale di Madrid non come la principale favorita per risultati ottenuti e condizione fisica. Appuntamento alle ore 18:30 sul Manolo Santana.

Foto X

Nel torneo maschile invece ha dell’incredibile il modo in cui Felix Auger-Aliassime ha raggiunto la sua prima finale in un Masters 1000. Il giocatore canadese ha infatti disputato appena sei game tra quarti di finale e semifinale, sfruttando prima il ritiro di Jannik Sinner e poi stringendo anticipatamente a Jiri Lehecka che si è ritirato quando il punteggio era sul 3-3 nel corso del primo set. Un percorso che a tanti ha ricordato quello di Steven Bradbury nelle Olimpiadi Invernali di Salta Lake City del 2002, quando l’atleta di Camden riuscì a ottenere la medaglia d’oro solamente grazie alle diverse cadute dei suoi rivali. Tornando al tennis invece, dal 1990 ad oggi c’è un solo precedente che vede un giocatore arrivare in finale con tre ritiri da parte dei suoi avversari – anche Mensik non ha terminato il suo match al terzo turno – che risponde al nome di Novak Djokovic nel corso degli US Open 2016.

Dall’altra parte della rete invece ci sarà Andrey Rublev, a caccia del suo secondo titolo ‘1000’ dopo quello ottenuto a Montecarlo lo scorso anno. Il percorso del giocatore russo è stato certamente più lineare e conta la vittoria illustre contro Carlos Alcaraz nei quarti di finale, con il punteggio di 4-6, 6-3, 6-2. Il tennista spagnolo certamente non era al meglio – visto il suo successivo ritiro in vista degli Internazionali d’Italia per una ricaduta derivante dal suo recente infortunio – ma Rublev ha giocato il suo miglior tennis da qualche settimana a questa parte, dove veniva addirittura da quattro sconfitte consecutive.
Nelle finali ‘1000’ il russo ha uno score di una vinta e tre perse, mentre ha un vantaggio di 5-1 nei precedenti contro Felix Auger-Aliassime.