
Un dato che vale la pena sottolineare è che dei 14 titoli tricolori solo sei sono arrivati nei 19 tornei organizzati in Italia. Significa che il numero di vittorie degli azzurri non è particolarmente imbottito dal gran numero di Challenger organizzati nello stivale, tanto che, anche togliendo dal totale i sei successi “in casa”, l’Italia sarebbe comunque fra le prime sei nazioni più titolate. È arrivata in Italia la prima gioia per Salvatore Caruso, che ha vinto a Como in una stagione ricca di prime volte (primo Slam, primo titolo Challenger, prima vittoria ATP), mentre bisogna andare in Germania, sul veloce indoor di Ismaning, per trovare il primo titolo di Filippo Baldi, forse la miglior notizia azzurra del 2018 nell’universo Challenger. Dopo una brillante carriera junior il 22enne di Vigevano ha faticato per anni a uscire dall’inferno dei tornei Futures, ma da quando si è trasferito a Palermo per allenarsi con Francesco Aldi sembra rinato, e di certo ha ritrovato ambizioni di un certo livello. Si è scoperto ugualmente competitivo anche sul veloce indoor, ha scalato oltre 500 posizioni in un anno e mezzo e ha chiuso la stagione col best ranking al numero 172, dopo la finale ad Andria. Una dimensione ben diversa rispetto a quella alla quale si stava pericolosamente abituando, e che gli permetterà di iniziare il 2018 con le qualificazioni dell’Australian Open, suo primo Slam. Nel 2019 sarà uno degli osservati speciali, insieme a Lorenzo Sonego e Stefano Travaglia, che quest’anno hanno conquistato il loro secondo titolo Challenger. Il piemontese si è guadagnato la top-100 con la vittoria a Genova, poi ha un po’ tirato il fiato nel rush finale della stagione, mentre il marchigiano continua a mostrare segnali importanti in ottica top-100, ma per ora non l’ha ancora agguantata. Chissà che non possa fargli bene il trasferimento a Bologna, sotto la guida di Simone Vagnozzi e Umberto Ferrara (ai quali da poco si è aggregato Uros Vico), la coppia che ha fatto fare faville a Marco Cecchinato. Completano l’elenco dei titoli italiani tanti soliti noti: dallo stesso Cecchinato, che prima di esplodere ha vinto a Santiago del Cile ad Andres Seppi, campione lo scorso gennaio a Canberra, passando per Berrettini, Vanni, Giannessi e Fabbiano.

2 – Paolo Lorenzi – Sopot (Polonia) e Cordenons
2 – Gianluigi Quinzi – Francavilla al Mare e Mestre
1 – Andreas Seppi – Canberra (Australia)
1 – Matteo Berrettini – Bergamo
1 – Marco Cecchinato – Santiago (Cile)
1 – Stefano Travaglia – Marbella (Spagna)
1 – Luca Vanni – Samarcanda (Uzbekistan)
1 – Salvatore Caruso – Como
1 – Lorenzo Sonego – Genova
1 – Alessandro Giannessi – Banja Luka (Slovenia)
1 – Thomas Fabbiano – Ningbo (Cina)
1 – Filippo Baldi – Ismaning (Germania)
