In fondo, una volta accettata l’anomalia di una parte in causa che si fa padrone della baracca, essendo l’associazione dei tennisti professionisti un organismo privato può permettersi regole stravaganti. Come la qualifica di “socio diligente”. Socio, sì, perché se non fosse chiaro i tennisti, per essere membri dell’ATP, pagano. Il testo fa riferimento a una generica “quota di associazione stabilita dalle regole interne” senza renderla pubblica, ma funziona così: se scegli la membership two, quella più economica, hai diritto a qualche facilitazione (l’accesso alle entry list dei tornei, il materiale statistico: il sindacato si fa pagare tutto) e te la cavi con 250 dollari. Se vuoi più vantaggi, invece, scegli la membership one: paghi 1.250 dollari e, in cambio, puoi allenarti gratis sui campi nelle due sedi del sindacato a Monte Carlo e a Ponte Vedra Beach, ti viene conteggiato l’anno agonistico ai fini della pensione e sei coperto dall’assicurazione (che interviene se devi fronteggiare situazioni gravi, come un’operazione chirurgica, utile soprattutto in Paesi in cui la sanità non è pubblica). Torniamo alla diligenza: è un concetto giuridico legittimo. Del resto anche nella vita di tutti i giorni se il socio di una società non è diligente, se cioè non fa ciò che è prescritto come obbligatorio o compie atti contrari ai suoi doveri, ne subisce le conseguenze. A casa ATP, però, c’è l’assoluzione del sovrano. Infatti vengono individuati quattro requisiti per essere ritenuti soci diligenti del sindacato: i primi tre sono normali obblighi societari – essere in regola con il pagamento delle quote, partecipare al Masters se ci si qualifica (e vabbè), prendere parte allo Stars Program, cioè le attività promozionali - ma il quarto (capitolo 1.07, lettera F, numero 4) è “essere altrimenti dichiarati dal presidente soci diligenti”. Insomma, stando alla lettera del regolamento il presidente, che in questo caso è anche l’amministratore delegato (1), può di imperio decidere che un giocatore è comunque “a posto” anche se non lo è. E allora che senso ha stabilire gli altri requisiti? Attenzione: la diligenza non è una clausola di stile. Non si viene sgridati, se non si è diligenti: se un giocatore non è a posto con l’associazione perde il diritto di iscriversi ai tornei, si vede cancellare un anno di credito pensionistico e vede negarsi, se guadagnati sul campo, i bonus-rendimento per il Masters di fine anno. Fortuna per i giocatori, queste cose non capitano mai.