Questa nuova app può diventare una risorsa importante per lanciare nuove sfide, ovunque ci si trovi e con un semplice click. Ma non è da sottovalutare nemmeno da parte di club e maestri. Attualmente SmacthMe conta già 4.500 iscritti ma è destinata a crescere. Non solo in ItaliaUno dei più inflazionati luoghi comuni che ammorbano il tennis è la solitudine, perché il più spietato degli sport individuali ha comunque bisogno di una controparte al di là della rete. E, se per la punta dell’iceberg rappresentata dai professionisti trovare il partner adatto non è un problema, per i giocatori di club trovare qualcuno con cui dividere l’ora di gioco è spesso un dramma. Perché deve essere bravo più o meno quanto te, deve ritagliarsi la stessa ora all’interno di una giornata e trovare un campo che sia libero. Insomma, organizzare un match può diventare complicato. Situazione che SmatchMe cerca di facilitare, snellire e rendere possibile nel più breve tempo possibile. Provate a pensare a Tinder e applicatelo al tennis: il risultato è un’app che abbraccia la potenzialmente immensa community di tennisti amatoriali, permettendo loro di incontrarsi per una partita di tennis e non per un appuntamento galante. Provate a pensare a TripAdvisor e sostituite alle capacità di chef e ristoratori le abilità dei maestri e il comfort del club. Mixate il tutto, ed ecco SmatchMe. L’ideatore dell’app è Vittorio Chalon, che nella vita si occupa di fashion e luxury, è un appassionato di tennis e ha deciso di lanciare questa app con ambizioni notevoli e, soprattutto, a servizio del giocatore di club. Iscriversi è facile e gratuito, i benefici sono molteplici: allargare l’orizzonte dei soliti avversari, conoscere altri appassionati, scegliere i maestri caldeggiati dal feedback di altri allievi, valutare un club, segnare risultati e precedenti con i vostri amici e buttarci un occhio prima di giocarci contro, esattamente come accade ai professionisti quando spizzano cosa ha combinato nei tornei precedenti il prossimo avversario. Oggi SmatchMe conta circa 4.500 iscritti e oltre 600 match giocati; il sogno del suo ideatore è quello di esportare l’app oltre i confini nazionali e rendere l’organizzazione di una partita di tennis facile quasi quanto fare jogging: il borsone sempre pronto, un paio di inviti e notifiche e via al campo con la libidine propria dei piaceri non preventivati. Coi mezzi di oggi è possibile.
Com’è nata l’idea di SmatchMe?
Frequento l’Aspria Harbour Club di Milano e vivo in un’oasi dorata, dove trovare un partner di gioco è semplice. Però viaggio spesso tra Shanghai, Pechino, New York e Miami e quando sono via mi piacerebbe giocare. Però il tennista ha il problema che spesso gioca solo con chi conosce anche se è uno sport in cui l’avversario non deve necessariamente essere un amico o starmi simpatico. Basta che sia a un livello simile per fare una partita divertente. Quindi SmatchMe nasce da questa esigenza, far sì che anche quando si è lontani dal proprio club, si possa trovare un compagno col quale condividere il campo. Oggi per organizzare una partita devi chiamare dieci amici e sperare di trovarne uno disponibile. Si perde un’infinità di tempo e spesso, alla fine, nemmeno si riesce a giocare. Con l’app, invece, prima si trova il campo a una determinata ora, poi si manda una notifica agli altri iscritti e sicuramente si trova qualcuno disponibile. Si risparmia tempo e magari si crea una nuova amicizia.
Quindi permette l’incontro prima virtuale e poi reale sul campo tra due appassionati di tennis.
Non solo. SmatchMe è nato come concetto di matching puro, però si sta evolvendo. Un’altra ottima funzionalità dell’app è il track record: non serve più annotare i risultati delle partite, c’è l’app a farlo per noi. Domani, ad esempio, gioco contro un mio amico e conosco i risultati dei nostri confronti e, soprattutto, posso vedere il suo trend, le ultime partite giocate, quante ne ha vinte, con quale punteggio.
SmatchMe fornisce anche un servizio per i maestri, diventando una sorta di TripAdvisor con le lezioni al posto delle esperienze culinarie.
È un’altra funzionalità in cui crediamo moltissimo. Grazie a SmatchMe sarà molto più facile per i maestri trovare allievi a cui insegnare nelle ore in cui non hanno già dei clienti. Inoltre, fino a oggi i giudizi su un maestro si sono fatti col passaparola di amici e conoscenti, senza dare il giusto valore al maestro. Con questo sistema invece, il maestro bravo si crea un network più ampio e ci guadagnano tutti.
Lo scopo, quindi, è quello di migliorare e facilitare il tennis amatoriale in ogni aspetto.
Vorrei che il tennis diventasse come il running: oggi voglio andare a correre, esco e lo faccio. Lo stesso dovrebbe accadere col tennis, con un’app che ti crea l’occasione anche nelle giornate in cui non avevi programmato di giocare. Arriva una notifica e via, si gioca. Vorrei dare questo tipo di servizio in uno sport che è troppo sedentario.
Come vengono classificati i giocatori?
Oltre alle informazioni di base e ai risultati delle partite che giocano e registrano, viene assegnato un altro valore. Se un giocatore ha classifica Fit, la convertiamo in un nostro ranking interno all’app dove, se invece non hai classifica, parti da zero e man mano avanzi secondo un algoritmo che definisce una classifica dinamica che tiene conto delle partite giocate e del valore degli avversari sconfitti. Chiaramente è difficile ottenere una classifica oggettiva come quella dei professionisti, ma cerchiamo di renderla più verosimile possibile. Ci sono quindi due indicatori principali: uno è appunto la classifica dell’app calcolata secondo l’algoritmo, l’altro un giudizio personale rilasciato dall’utente stesso, una sorta di autocertificazione. C’è una scala di valutazione internazionale, denominata ITR, con le fasce suddivise in base alle abilità e ogni utente si inserisce nella valutazione in cui si riconosce di più. Mentire, ovviamente, sarebbe controproducente per l’utente stesso perché la parola finale spetta sempre al campo.
Tutte componenti che vanno ad aumentare la competitività di una partita amichevole che di fatto diventerebbe più agonistica.
Esatto. Alla fine, siamo tutti competitivi, ma molti giocatori per mancanza di tempo e impegni non possono misurarsi nei tornei. Con SmatchMe si annotano i risultati – che vengono inseriti da un giocatore e confermati dal suo avversario – e si sale di ranking quasi come fosse un circuito.
Quali sono i risultati raggiunti al momento?
Abbiamo circa 4.500 iscritti, concentrati soprattutto nel Nord Italia. Considerando che siamo partiti con la nuova versione solo da tre mesi, è un grande risultato. Tramite l’app si sono disputati oltre 600 match e registriamo 1.200 visite a settimana con sette minuti trascorsi in media sull’app, un’enormità. Sono dati che ci fanno pensare di essere sulla strada giusta.
Quali obiettivi vi siete prefissati?
Uscire dai confini italiani. Questa app è uno strumento per chi vuole promuovere il tennis, un meccanismo a cascata che coinvolge giocatore, maestro, club. Vogliamo incentivare tutti a fare meglio, come è riuscito a TripAdvisor che ha inevitabilmente migliorato l’esperienza in un ristorante e alzato lo standard generale.
Il sogno da realizzare?
Riuscire a rendere SmatchMe uno strumento internazionale. Vedere un iscritto che per lavoro viaggia a Parigi, trovare un avversario francese da poter sfidare grazie alla mia app.
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