Com’è nata l’idea di SmatchMe?
Frequento l’Aspria Harbour Club di Milano e vivo in un’oasi dorata, dove trovare un partner di gioco è semplice. Però viaggio spesso tra Shanghai, Pechino, New York e Miami e quando sono via mi piacerebbe giocare. Però il tennista ha il problema che spesso gioca solo con chi conosce anche se è uno sport in cui l’avversario non deve necessariamente essere un amico o starmi simpatico. Basta che sia a un livello simile per fare una partita divertente. Quindi SmatchMe nasce da questa esigenza, far sì che anche quando si è lontani dal proprio club, si possa trovare un compagno col quale condividere il campo. Oggi per organizzare una partita devi chiamare dieci amici e sperare di trovarne uno disponibile. Si perde un’infinità di tempo e spesso, alla fine, nemmeno si riesce a giocare. Con l’app, invece, prima si trova il campo a una determinata ora, poi si manda una notifica agli altri iscritti e sicuramente si trova qualcuno disponibile. Si risparmia tempo e magari si crea una nuova amicizia.
Quindi permette l’incontro prima virtuale e poi reale sul campo tra due appassionati di tennis.
Non solo. SmatchMe è nato come concetto di matching puro, però si sta evolvendo. Un’altra ottima funzionalità dell’app è il track record: non serve più annotare i risultati delle partite, c’è l’app a farlo per noi. Domani, ad esempio, gioco contro un mio amico e conosco i risultati dei nostri confronti e, soprattutto, posso vedere il suo trend, le ultime partite giocate, quante ne ha vinte, con quale punteggio.
SmatchMe fornisce anche un servizio per i maestri, diventando una sorta di TripAdvisor con le lezioni al posto delle esperienze culinarie.
È un’altra funzionalità in cui crediamo moltissimo. Grazie a SmatchMe sarà molto più facile per i maestri trovare allievi a cui insegnare nelle ore in cui non hanno già dei clienti. Inoltre, fino a oggi i giudizi su un maestro si sono fatti col passaparola di amici e conoscenti, senza dare il giusto valore al maestro. Con questo sistema invece, il maestro bravo si crea un network più ampio e ci guadagnano tutti.
Lo scopo, quindi, è quello di migliorare e facilitare il tennis amatoriale in ogni aspetto.
Vorrei che il tennis diventasse come il running: oggi voglio andare a correre, esco e lo faccio. Lo stesso dovrebbe accadere col tennis, con un’app che ti crea l’occasione anche nelle giornate in cui non avevi programmato di giocare. Arriva una notifica e via, si gioca. Vorrei dare questo tipo di servizio in uno sport che è troppo sedentario.
Come vengono classificati i giocatori?
Oltre alle informazioni di base e ai risultati delle partite che giocano e registrano, viene assegnato un altro valore. Se un giocatore ha classifica Fit, la convertiamo in un nostro ranking interno all’app dove, se invece non hai classifica, parti da zero e man mano avanzi secondo un algoritmo che definisce una classifica dinamica che tiene conto delle partite giocate e del valore degli avversari sconfitti. Chiaramente è difficile ottenere una classifica oggettiva come quella dei professionisti, ma cerchiamo di renderla più verosimile possibile. Ci sono quindi due indicatori principali: uno è appunto la classifica dell’app calcolata secondo l’algoritmo, l’altro un giudizio personale rilasciato dall’utente stesso, una sorta di autocertificazione. C’è una scala di valutazione internazionale, denominata ITR, con le fasce suddivise in base alle abilità e ogni utente si inserisce nella valutazione in cui si riconosce di più. Mentire, ovviamente, sarebbe controproducente per l’utente stesso perché la parola finale spetta sempre al campo.
Tutte componenti che vanno ad aumentare la competitività di una partita amichevole che di fatto diventerebbe più agonistica.
Esatto. Alla fine, siamo tutti competitivi, ma molti giocatori per mancanza di tempo e impegni non possono misurarsi nei tornei. Con SmatchMe si annotano i risultati – che vengono inseriti da un giocatore e confermati dal suo avversario – e si sale di ranking quasi come fosse un circuito.
Quali sono i risultati raggiunti al momento?
Abbiamo circa 4.500 iscritti, concentrati soprattutto nel Nord Italia. Considerando che siamo partiti con la nuova versione solo da tre mesi, è un grande risultato. Tramite l’app si sono disputati oltre 600 match e registriamo 1.200 visite a settimana con sette minuti trascorsi in media sull’app, un’enormità. Sono dati che ci fanno pensare di essere sulla strada giusta.
Quali obiettivi vi siete prefissati?
Uscire dai confini italiani. Questa app è uno strumento per chi vuole promuovere il tennis, un meccanismo a cascata che coinvolge giocatore, maestro, club. Vogliamo incentivare tutti a fare meglio, come è riuscito a TripAdvisor che ha inevitabilmente migliorato l’esperienza in un ristorante e alzato lo standard generale.
Il sogno da realizzare?
Riuscire a rendere SmatchMe uno strumento internazionale. Vedere un iscritto che per lavoro viaggia a Parigi, trovare un avversario francese da poter sfidare grazie alla mia app.
