Dave Haggerty, presidente ITF, dice che la sentenza sul Caso Meldonium potrebbe arrivare a giugno. Se il verdetto non dovesse essere pesante, Masha potrebbe giocare a Rio (dove ci sono problemi ambientali, politici ed economici). Haggerty: “Saremo sempre più trasparenti”.

Abituata a festeggiare il suo compleanno durante il torneo di Stoccarda, città-sede del suo ex sponsor, quest’anno Maria Sharapova ha spento 29 candeline lontano dalla Porsche Arena, sospesa per il famoso caso Meldonium. Tuttavia, non ha perso le speranze. Masha vorrebbe rientrare in tempo per le Olimpiadi di Rio de Janeiro: ci tiene molto, tanto da aver messo insieme il numero minimo di partecipazioni in Fed Cup. In queste ore ha parlato Dave Haggerty, presidente ITF, il quale ha spiegato che l’udienza disciplinare è già stata fissata (pur senza specificare dove e quando), aggiungendo che il Tribunale Indipendente ha bisogno di 2-3 mesi per arrivare alla sentenza. Se i tempi fossero rispettati, il verdetto potrebbe arrivare in giugno. In caso di sentenza favorevole, o comunque leggera, per la Sharapova sarebbe un’ottima notizia. Potrebbe ottenere l’eleggibilità in tempo per giocare a Rio de Janeiro. La russa è pronta a tollerare una squalifica fino a sei mesi: il campione incriminato risale al 26 gennaio 2016. Se la sanzione non dovesse superare i 180 giorni, Masha sarebbe eleggibile appena in tempo per i Giochi (il torneo di tennis si giocherà dal 6 al 14 agosto). Il caso Sharapova non dovrebbe essere accomunato a quelli di alcuni atleti che, secondo le linee guida della WADA, “potrebbero” non aver assunto il Meldonium nel 2016. La sostanza è stata trovata in circa 200 sportivi, ma in alcuni casi la quantità era talmente minuscola che non esiste certezza sul momento dell’assunzione. E’ dunque possibile che risalga a prima del 31 dicembre, ultimo giorno in cui il Meldonium non era tra le sostanze vietate. Nella conferenza stampa del 7 marzo, la Sharapova ha detto di prenderlo da 10 anni su prescrizione medica. Non ha mai fatto cenno alla data dell’ultima assunzione: è molto probabile, dunque, che lo abbia preso anche nel 2016.


“Visti i livelli di Meldonium che le sono stati trovati, per lei non si pone nemmeno il problema” ha detto Oliver Niggli, direttore generale WTA. Nel suo intervento, Haggerty ha detto che l’ITF e tutti gli organi correlati saranno ben più trasparenti nel comunicare i vari casi e procedimenti. La questione della scarsa trasparenza era scoppiata tra gennaio e febbraio, con le inchieste BBC-Buzz Feed sulle scommesse (di cui non si parla più) e del Guardian sulle sanzioni comminate, ma non rese note, ad alcuni ufficiali di gara. Le parole di Haggerty hanno trovato riscontro nella squalifica di 10 anni all’arbitro croato Denis Pitner, colpevole di aver continuato a lavorare nonostante la sanzione. “Non sempre si riesce a fare tutto al 100%, ma dagli errori si può imparare” ha detto Haggerty, che ha rilasciato un’informazione interessante: la Tennis Integrity Unit ha ricevuto una quarantina di segnalazioni su match sospetti giocati nei primi tre mesi del 2016. L’evento principale dell’ITF in questa stagione saranno le Olimpiadi, tant’è che Haggerty è atteso a Rio de Janeiro il prossimo 4 maggio per valutare lo stato dei lavori. “Che sono in corso, ma non ancora terminati”. In particolare, non è ancora pronto l’impianto di illuminazione. “Sono previste sessioni serali, ma senza le luci sarebbe un problema. Ad ogni modo, sono in fase di installazione”.


A proposito dei Giochi Olimpici, non arrivano buone notizie da Rio de Janeiro. A poco più di tre mesi dall’accensione della fiaccola, il Brasile ha un mucchio di problemi. Da una parte c’è la diffusione del virus Zika (che però è stato gestito piuttosto bene durante il torneo di Rio de Janeiro), dall’altra una violenta recessione che ha bruciato migliaia di posti di lavoro, nonché una forte inflazione. Qualcuno sostiene che i Giochi potrebbero essere a rischio, ma il CIO ha detto che tali vicende non dovrebbero avere grosse ripercussioni sulle Olimpiadi, ed anzi una recente visita a Rio ha parlato di “grandi progressi” nella preparazione degli impianti. C’è un po’ di preoccupazione per la crisi politica del paese, con la presidentessa Dilma Rousseff attaccata da tutte le parti, anche perché non avrebbe comunicato il reale stato delle casse pubbliche durante la campagna elettorale per la rielezione nel 2014. Più che l’effettivo svolgimenti dei Giochi, molti brasiliani hanno paura che le Olimpiadi servano per mascherare la “vergogna” del paese. Ad oggi, sono stati venduti soltanto il 55% dei biglietti. “Ma i brasiliani sono tardivi da questo punto di vista” assicurano del comitato organizzatore.