Nel corso del suo Roland Garros, la numero uno al mondo ha avuto modo di togliersi qualche sassolino dalla scarpa nei confronti dei coach del suo paese, che non sempre hanno usato modi “piacevoli”

Aryna Sabalenka sta proseguendo la sua corsa al Roland Garros, già qualificata agli ottavi di finale dopo la vittoria in due set su Olga Danilovic. Proprio nella conferenza stampa successiva al match, la numero uno al mondo è tornata su un tema che sente particolarmente: la qualità del lavoro dei coach nell’Europa Orientale. In più di un’occasione la tennista bielorussa ha denunciato come, soprattutto da piccola, sia stata costretta a condizioni d’allenamento non consone. “Credo di voler mandare loro un breve messaggio: lasciate il vostro lavoro – tuona Sabalenka in conferenza stampa – penso che non sappiano nulla e che farebbero meglio a lasciare solo per salvare altre giocatrici”. La denuncia della numero uno al mondo passa proprio attraverso questo punto, ovvero a quante giocatrici siano state condizionate negativamente e abbiano magari abbandonato il tennis per via di queste situazioni.
La prima volta che Sabalenka ha parlato di questo tema è in seguito alla sconfitta in finale a Indian Wells per mano di Mirra Andreeva. La bielorussa ha sottolineato come Andreeva avesse la fortuna di avere intorno a sé le persone giuste, al contrario di quanto è capitato a lei. “Penso che l’ambiente che abbiamo nei nostri paesi è molto duro – continua Aryna in conferenza stampa a Parigi – gli allenatori sono molto brutali, non c’è niente di carino nel modo in cui lavorano con le loro giocatrici, sono piuttosto maleducati. Penso che sia per questo che forse la nostra mentalità è molto più forte, ma allo stesso tempo, hanno praticamente distrutto così tante giocatrici a causa di quella mentalità aggressiva”.
In più di un’occasione, da piccola, a Sabalenka è stato detto da parte dei coach dell’epoca che non ce l’avrebbe fatta. “Sorridevo e dicevo ‘vedremo‘”, racconta, e a giudicare dall’attuale posizione nel ranking e dal suo palmarès sembra proprio aver avuto ragione lei.