24 December 2013

L'Italia che non ce l'ha fatta

10 azzurri che avevano le carte in regola per diventare ottimi giocatori, ma che per varie ragioni non hanno sfondato. L’amore per la bella vita e la scarsa voglia di viaggiare sono le insidie peggiori.
 
Stefano Tarallo, 37 anni, è campione italiano di seconda categoria

Di Riccardo Bisti – 24 dicembre 2013

 
E’ quasi una filastrocca. “Per uno che sfonda, ce ne sono dieci, cento, mille che non arrivano”. E’ proprio così. Tanti potenziali campioni finiscono nel dimenticatoio, senza gloria nè onori. Ma ogni tanto è bene ricordare certe storie perchè siano da monito per le giovani promesse di oggi. E per i loro genitori, che annuiscono quando il maestro quando dice “che uno su un milione ce la fa”, ma sono tutti convinti che quell’uno sia proprio il loro erede. Il tennis è uno sport molto selettivo, dove non è sufficiente costruirsi una base importante. Una volta diventati professionisti, entrano in ballo mille fattori che possono metterti KO. E’ successo a dieci tennisti italiani, sui quali erano riposte un bel po' di speranze. Una copertina di una rivista, un bello speciale con le storie e le speranze di ciascuno di loro. A dire il vero, erano in 12. Tra loro, l’unica che ha sfondato davvero è stata Tathiana Garbin, numero 22 WTA. Gli altri hanno dato meno di quel che avrebbero potuto. In alcuni casi, “molto” meno. Noi ve li ricordiamo, nella speranza che le baby promesse di oggi sappiano evitare gli stessi errori e che abbiano l’intelligenza di costruirsi un piano B, non solo sul campo da tennis, ma anche per la vita.
 
ALICE CANEPA
Nata il 30 aprile 1978 a Finale Ligure
Best Ranking WTA: 158
Ritirata nel 2007

Negli anni 90, quando il tennis azzurro era già orfano di Raffaella Reggi e Sandra Cecchini, ci si aggrappava a Silvia Farina. “Resterà in vetta fino all’avvento della Canepa”. Lei era una gran bella ragazza, vincitrice del torneo dell’Avvenire e un soprannome già pronto: Alix. Quell’avvento non c’è mai stato, forse perchè il suo tennis era un po’ sopravvalutato, forse perchè ha commesso qualche errore. Aveva provato anche ad andare in Spagna sotto la guida di Karim Perona, ma non è mai andata oltre il numero 158 WTA. A un certo punto, l’hanno accusata di pensare troppo alla bella vita e di avere una condotta non sempre professionale. Lei rispediva le accuse al mittente, ma i risultati non sono mai arrivati. Si è ritirata ad appena 29 anni, con cinque successi ITF e neanche una qualificazione nei tornei del Grande Slam. Ancora oggi, a 35 anni, si dedica con profitto all'attività Open. 
 
FRANCESCA LUBIANI
Nata a Bologna il 12 luglio 1977
Best Ranking WTA: 58
Ritirata nel 2006

La chiamavano “Barbie” per l’aspetto delizioso, che le consentì una sexy-copertina insieme alle amiche Canepa e Garbin. Partì fortissimo, a ridosso delle top-50 ad appena 20 anni, poi un piccolo dramma amoroso le ha fatto perdere il treno buono. Lasciato papà Paolo, che l’aveva seguita a lungo, non ha più ritrovato la sua strada. Almeno, la strada delle più forti al mondo. Lei amava i grandi palcoscenici, l’urlo della folla. “E invece mi sono ritrovata a combattere in partite sfigate, dove non c’è un cane a guardarti e i risultati li trovi solo nella cronaca provinciale del Resto del Carlino”. Non era esattamente la mentalità giusta per affrontare questi tornei, infatti non è riuscita a tornare lassù. In verità, ha lottato fino al 2006 ma proprio non ce la faceva, anche perchè quel tennis quadrumane non l’ha mai aiutata. E poi, quando il treno è già passato, puoi rincorrerlo quanto vuoi...
 
GIULIA CASONI
Nata il 19 aprile 1978 a Ferrara
Best Ranking WTA: 83
Ritirata nel 2006

Era l'amica inseparabile della Canepa. Tra le due, la ligure era la più promettente. Alla prova dei fatti, la romagnola è stata più forte. Ha raggiunto un paio di terzi turni Slam, è entrata tra le top-100 e vanta qualche presenza in Fed Cup prima che emergessero le campionesse di oggi. Nel 2000, con un pizzico di fortuna, raggiunse i quarti al Foro Italico. Ma non è mai arrivata dove aveva sognato: da ragazzina, in fondo, aveva vinto il doppio al Roland Garros junior insieme all’amica Canepa. Viveva un po’ nella sua ombra, ne è uscita meglio ma non è stato sufficiente. Se avesse sfondato sul serio, oggi non parteciperebbe alle gare a squadre con il CUS Ferrara. A 35 anni, è ancora un’ottima B1.
 
LAURA DELL’ANGELO
Nata a Monaco di Baviera il 17 luglio 1981
Best Ranking WTA: 175
Ritirata nel 2006

Storia affascinante. Figlia di immigrati, aveva tutto per diventare un’ottima giocatrice, a partire dalla passione di papà Ezio. Inoltre non le mancava il carattere: non aveva neanche 19 anni quando diceva che il mondo del tennis è pieno di ipocrisie: sorrisi davanti, coltellate alle spalle. Ha provato a sfondare con l’aiuto del padre, ma non ci è mai nemmeno andata vicino. Si è ritirata a 25 anni, senza grossi rimpianti e senza potersi trasferire a Roma, la città dei suoi sogni. E’ tornata in Germania, ha svolto dei corsi di formazione per la federtennis tedesca e ha aperto una scuola tennis a Monaco di Baviera, laddove il padre (che gestiva alcuni ristoranti) le aveva messo la racchetta in mano. E' molto amica di Francesca Schiavone, con cui si conosce sin dal periodo under 12 e con cui vinse il titolo europeo in doppio nel 1998. Dopo quello che ha combinato la sua amica, Laura sarà ricordata soprattutto per questo...
 
ANTONELLA SERRA ZANETTI
Nata il 25 luglio 1980 a Modena
Best Ranking WTA: 60
Ritirata nel 2008

Il tennis era nel suo destino, perchè ha seguito le orme della sorella maggiore Adriana. Però le è mancato qualcosa per essere davvero ricordata. E’ vero, il best ranking è di buon livello, ma qualcuno ricorda un vero exploit di Antonella? Certo, nel 1998 ha vinto il Trofeo Bonfiglio e sembrava pronta a sfondare. Ma il liceo da finire e l’università da iniziare ne hanno rallentato la crescita. I migliori risultati? Una finale al piccolo WTA di Casablanca, un paio di semifinali, qualche vittoria a livello ITF e tanta gavetta. Nei tornei del Grande Slam, il miglior risultato è il terzo turno a Wimbledon 2005, quando battè anche Patty Schnyder. Si è ritirata presto, nel 2008, ma è rimasta nell’ambiente del tennis: prima ha fatto la maestra al Circolo Tennis Bologna, poi è entrata a pieno titolo nell’ambito federale. Con l’esempio di Adriana, da lei ci si attendeva qualcosa di più. Ma il suo tennis di rimessa non le consentiva molto di più. Il salto di qualità è arrivato, ma non è stato lungo come aveva sperato.
 
FLORIAN ALLGAUER
Nato il 7 luglio 1979 a Brunico
Best Ranking ATP: 259
Ritirato nel 2003

La sua finale del Bonfiglio fu trasmessa addirittura in TV, dieci anni prima della nascita di SuperTennis. Era molto più talentuoso di Luis Horna, e infatti vinse. Giocava benissimo, ma non aveva una gran voglia di allenarsi. Leggendo il libro di Flavia Pennetta, il suo nome compare spesso. Era bello, ricercato e l’ha fatta soffrire parecchio. Tutto questo a scapito delle ore sul campo da tennis. “Mi piace fare delle cose che un’atleta della mia età non può permettersi” confessò a suo tempo. Il problema è che, oltre agli allenamenti, aveva una certa idiosincrasia per i viaggi. Lo stressavano. Eppure era figlio di un Alto Adige operoso e produttivo, che poi sarebbe stato sublimato da Andreas Seppi. Lui non era il tipo. Nel 2000, si era dato 2-3 anni di tempo per capire se avrebbe sfondato. Non ce l’ha fatta, e ha mollato tutto a 24 anni.
 
IGOR GAUDI
Nato il 10 aprile 1975 a Rimini
Best Ranking ATP: 169
Ritirato nel 2003

A Rimini lo ricordano ancora oggi come il miglior tennista mai espresso dalla città romagnola. Aveva due anni meno di Gaudenzi, erano quasi conterranei e il talento non gli mancava. A differenza del faentino, tuttavia, detestava palleggiare da fondo e si buttava a rete appena poteva. Risultato? Una vittoria challenger sull’erba (l’unica in carriera, a Manchester) e una storica qualificazione a Wimbledon 2000, quando battè Santopadre in cinque set nel turno decisivo. Fece la sua figura contro Arazi, ma la crescita finì lì. Tre anni dopo, risultò positivo a un test antidoping e ha deciso di mollare, non prima di provarci con la politica federale: alle elezioni FIT del 2004 era candidato consigliere per la lista di Luigi Tronchetti Provera, sconfitta piuttosto nettamente. E il “Gaudio” romagnolo è rimasto soltanto Gaudenzi.
 
GIORGIO GALIMBERTI
Nato il 5 settembre 1976 a Lissone
Best Ranking ATP: 115
Ritirato nel 2009

Intendiamoci, la sua carriera l’ha fatta. “Galimba” ha battuto Corretja al Foro Italico, ha strappato un set a un grande Rios e sarà sempre ricordato per quel doppio di Davis in cui ha superato Nadal-Lopez insieme a Daniele Bracciali. Ma su di lui c’erano ben altre aspettative. Non poteva essere altrimenti per un ex top-5 junior e vincitore su Kuerten e Lapentti. Coach Maurizio Riva lo ha forgiato, ma gli è mancata la costanza. Aveva il fisico (in alcune foto d’epoca sembrava pronto per fare il body builder) e anche il tennis, ma la testa ogni tanto lo abbandonava. Sul campo chiacchierava un po’ troppo, perdendo qualcosa in termini di concentrazione. In doppio ha anche vinto un titolo ATP, ma avrebbe potuto dare di più. La sua carriera è terminata nel peggiore dei modi, con una radiazione dall’ATP per la vicenda-scommesse. Oggi fa il commentatore, il conduttore a SuperTennis e, soprattutto, il coach. Con Gioia Barbieri sta ottenendo buoni risultati.
 
STEFANO TARALLO
Nato l’8 marzo 1976 a Roma
Best Ranking ATP: 147
Ritirato nel 2003

Tre mesi fa si è aggiudicato il tricolore ai campionati di seconda categoria. Continua a giocare e lo fa piuttosto bene, ma non è bastato per diventare un campione. E’ diventato professionista a 20 anni, dopo una gioventù senza grossi squilli di tromba. Nel 2000, poi, sembrava pronto a esplodere. Ha conquistato ben tre titoli challenger e si è infilato tra i top-150. Col suo tennis muscolare, perfetto terraiolo dell’epoca, avrebbe potuto imitare un Paolo Lorenzi, un Marzio Martelli. Invece è rimasto nelle retrovie, malinconicamente attaccato alla sua chitarra elettrica. Se la portava dietro a ogni trasferta, fedele compagna di viaggio. Il problema è che lui non amava girare il mondo e nemmeno ammazzarsi di fatica. Gli piaceva vivere, stare con gli amici, frequentare le discoteche. Quando ha capito cosa doveva fare, era troppo tardi. Dopo il ritiro, ha continuato con l’attività nazionale, in cui è uno dei giocatori più in vista. E così, a 37 anni, si è tolto lo sfizio di vincere uno scudetto.
 
GIANLUCA LUDDI
Nato il 4 febbraio 1978 a Roma
Best Ranking ATP: 183
Ritirato nel

Di lui si era occupato addirittura il Corriere della Sera. All’epoca, le grandi promesse erano Allgauer, Bracciali, Sciortino. Eppure il romano di Cinecittà li aveva battuti tutti. Ma lo avevano mandato via dall’allora Centro Tecnico di Cesenatico. Lui è andato avanti per la sua strada, aiutato dai genitori, ma il tennis ‘vero’, quello dei campioni, lo ha soltanto sfiorato. Ha vinto tre tornei futures e il challenger di Bressanone nel 1999, uno dei tanti scomparsi dal calendario. Aveva un tennis piuttosto adatto all’epoca: grandi botte da fondocampo, poche discese a rete. Anche la mentalità non era male: a differenza di tanti coetanei, gli piaceva la vita da tennista. Forse, semplicemente, non era così forte. Dopo il ritiro, ha continuato con l’attività nazionale e quest’anno ha centrato una bella promozione in Serie A1 con il suo Circolo Tennis Maglie. Nella vita di tutti i giorni fa il maestro nel club romano dello Sporting Club La Torre, nonchè il marito di Stefania Chieppa, che le ha recentemente dato un figlio. 
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