di Lorenzo Ercoli
03 November 2021

INTERVISTA - Thomas Enqvist: "L'albo d'oro parla per Stoccolma. Sinner è speciale"

INTERVISTA - Thomas Enqvist, direttore dello Stockholm Open, si è concesso a IL Tennis Italiano per parlare dell'evento che salvo sorprese assegnerà almeno uno dei due posti vacanti per le Nitto ATP Finals di Torino.

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Foto Stockholm Open

La “Race to Turin” è giunta alle battute decisive ed il Masters 1000 di Parigi Bercy è pronto ad entrare nel vivo. Potrebbe essere però lo Stockholm Open, ultimo evento ATP 250 della stagione, ad assegnare almeno uno dei due pass ancora disponibili per le Nitto ATP Finals. La capitale svedese ospiterà la rassegna da lunedì 7 a sabato 13 novembre, giorno che precede l’inizio del Master di fine stagione. A pochi giorni dal via Thomas Enqvist, ex numero 4 del mondo e direttore del torneo, ha parlato in esclusiva a IL Tennis Italiano. Il finalista dell’Australian Open 1999 ha raccolto due anni fa l’eredità dell’ex doppista Simon Aspelin - a fine 2019 arrivò l’annuncio per l’edizione successiva -, ma per colpa della pandemia si è visto costretto a rimandare di un anno l’esordio nelle nuove vesti. La manifestazione che per la prima volta ha visto la luce nel 1969 non si è infatti disputata nel 2020. Lo Stockholm Open è il torneo indoor più antico del circuito ATP, ha una storia importante ed un albo d’oro prestigioso che parla per la rassegna - importante rimarcare i trascorsi della kermesse che tra i tanti vincitori del passato vanta i nomi di Borg, McEnroe, Becker e Federer. Oltreché del nostro Adriano Panatta, campione nel 1975 -. Sono nato e cresciuto a Stoccolma, da piccolo i miei genitori mi portavano a vedere le partite del torneo. Giocare lo Stockholm Open per la prima volta fu un sogno e successivamente sono stato anche così fortunato da vincerlo tre volte - 1995, 1996 e 1999 -, questi sono tra i trionfi più belli della mia carriera, giocare e vincere davanti al pubblico della mia città è stato speciale”. Proprio per quello che l'ATP di Stoccolma ha rappresentato e per ciò che rappresenta tuttora, Enqvist ha accettato con entusiasmo il ruolo di direttore: “Sono contento di poter far parte dell’organizzazione di un evento che amo. La Royal Tennis Hall è una struttura fantastica ed il pubblico di Stoccolma sa come accendersi. Non ho dubbi sulla riuscita del torneo, anche in futuro, indipendentemente da eventuali modifiche di calendario nel 2022”.

Casper Ruud, Hubert Hurkacz, Cameron Norrie, Felix Auger-Aliassime e naturalmente, Jannik Sinner: saranno due di loro a completare il field delle Nitto ATP Finals. Ottenere l’ambita qualificazione sotto la Torre Eiffel sarebbe il massimo; ma verosimilmente diversi di loro, se non tutti, dovranno imbarcarsi per la Svezia. La corsa per Torino gioca a vantaggio del nostro torneo quest’anno, come il nostro passato testimonia abbiamo sempre avuto grandi giocatori, in questa edizione però ci sarà una sfida nella sfida”. Tra tanti nomi - attesi anche Alexander Zverev ed Andy Murray -, Enqvist pone un’attenzione particolare sul neo top ten Jannik Sinner: Parliamo di un giocatore speciale. Jannik è giovanissimo, ma è già un tennista incredibile: ogni volta che lo vedo giocare migliora. Ad inizio 2021 era già impressionante, ma vedendolo in campo adesso sembra un altro tennista. In pochissimo tempo ha compiuto un salto importante - sottolinea con ammirazione -. A 20 anni è arrivato in top ten e si avvicina senza sosta ai primissimi. Il suo gioco è incredibile e la mentalità è quella giusta, per me può essere un top player: starà ai vertici per tante stagioni”. Citato l’altoatesino, Thomas spende elogi spontanei anche per il numero uno d’Italia Matteo Berrettini: “Il tennis azzurro ha fatto un salto incredibile, per voi italiani sarebbe magnifico avere due giocatori a Torino. Quest’anno sono andato a Boston al fianco di Bjorn Borg come vice-capitano del Team Europa di Laver Cup, ho visto Berrettini da vicino e mi ha colpito. Oltre ad aver ammirato l’atleta impressionante che è, ho conosciuto un ragazzo fantastico”.

Foto Ray Giubilo

Diventato professionista nel 1991 e ritiratosi al termine della stagione 2005, Enqvist ha vissuto da giocatore il periodo di transizione di inizio millennio. Quindici anni dopo aver appeso la racchetta al chiodo, vive in vesti inedite il nuovo ricambio e lo fa con grande ottimismo. “I big three lasceranno un vuoto da colmare, forse il più grande di sempre. Federer, Nadal e Djokovic sono riconosciuti quasi all’unanimità come i giocatori più forti della storia, per quindici anni hanno dominato il mondo del tennis e hanno vinto 20 slam a testa. Hanno migliorato il tennis e sono semplicemente stati straordinari - la doverosa premessa -. Ciò che si vede all’orizzonte però mi entusiasma e non poco, vedo atleti impressionanti e grandi personalità: sarà bello vederli sfidarsi. Medvedev ha vinto il primo slam della carriera, Zverev ha fatto una grande stagione, Tsitsipas e Berrettini hanno giocato una finale slam. Ci sono tanti giocatori ed altri ne arriveranno, giocano tutti un bel tennis e sono personaggi che anche a livello mediatico contribuiranno alla popolarità del tennis”. La certezza del direttore dell’ATP di Stoccolma, attento però ad aggiungere una postilla: Non dobbiamo comunque dimenticare che Djokovic e Nadal sono ancora lì a lottare. Mi auguro che anche Federer possa fare lo stesso dopo la nuova operazione: sono un suo grandissimo fan”. Non si nasconde Enqvist, che in carriera ha affrontato quattro volte lo svizzero, battendolo in tre occasioni.

Con l’ingresso di Casper Ruud in top ten e l’ascesa di Holger Rune, il tennis scandinavo è tornato ad abbozzare un sorriso dopo anni di alti e bassi. Al momento non sembrerebbe essere invitato alla festa il movimento svedese, locomotiva storica delle Terre del Nord. La formazione tennistica dei due atleti citati si è però concretizzata fuori dai rispettivi paesi natali, questo ha scaturito diversi interrogativi sulla salute dei rispettivi sistemi nazionali. “Per me è difficile sbilanciarmi, ormai vivo in Francia da quattro anni e non posso osservare da vicino determinate dinamiche. Ruud e Rune sono maturati all’estero come atleti. Questo è innegabile, ma adesso abbiamo un’opportunità - Enqvist trova il lato positivo in ottica futura -. A noi scandinavi serve avere qualcuno che tracci la via, può essere svedese come norvegese o danese. Avere dei campioni in casa rende tutto diverso, lo abbiamo visto per ultimo con Robin Soderling. In Svezia la gente segue sempre il tennis, ma avere uno dei tuoi tennisti in grado di competere a quei livelli cambia completamente la percezione del pubblico. Non so cosa aspettarmi dai prossimi anni, ma i risultati di Ruud e Rune, ai quali aggiungo anche Ruusuvuori: non potranno che aiutare”.

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