Un pomeriggio al Real Club di Barcellona. Gli spazi un po’ angusti e l’ambiente rilassato non trasmettono l’idea di un grande torneo. Madrid è meglio. DI CORRADO ERBA. Con i circoli che abbiamo non dovrebbe essere un problema. Se ci riescono qui….Invero gradevole il Real Tennis, ma con spazi davvero angusti per un torneo di questa rilevanza. Locato nella zona nobile della città, vicino alle colline che ospitano le belle case dei ricchi e non lontano dal Camp Nou, si arriva con una ventina di minuti in Taxi dalle Ramblas. L'ingresso è tutto fuorchè economico, pensate che il biglietto meno caro per il mercoledì (piccionaia sul centrale piu i due campi laterali, non esiste il semplice ground) costa 45 Euro! Gli spazi prevedono una bella club house in mattoni, il cui ingresso è riservato ai soci, un vialetto stretto che ospita gli stand delle aziende, il centrale, quasi interamente in strutture di alluminio provvisorie, che scricchiolano sinistramente allo scalpicciare degli spettatori.
Rimane lo spazio per un bel Grandstand (il campo migliore del circolo per atmosfera), quindi altri due campi addossati alle tribune del centrale, uno utilizzato per gli incontri, l'altro per gli allenamenti, ove si affaccia il ristorante per i VIP (very vippable personcines). A fianco, una struttura dedicata alla logistica e alla players lounge, con un corridoio dove passano i giocatori e ivi si addossano i fans per le foto e gli autografi di rito. In sintesi, una sensazione un po’ claustrofobica, anche se, essendo un club storico, si percepisce che il tennis è di casa. Il torneo sembra piuttosto frequentato anche se – ripeto – gli spazi cosi angusti moltiplicano l'effetto folla, che comunque era popolata da tantissimi ragazzini delle scuole. Atmosfera piuttosto rilassata, anche da parte degli addetti ai lavori: se chiedete qualcosa vi rispondono in maniera piuttosto tranquilla, diciamo forse l'anno prossimo.
E' comprensibile che gli organizzatori siano un tantino preoccupati da Madrid, un altro pianeta a livello di strutture e organizzazione. Visto un Tomic che ha la tracotanza di un grande campione e forse proprio per questo ci riuscirà, un sempre grande Montanes, che sembra un enneci e gioca come un Silvio Bianchi qualsiasi, forse per questo, sulla terra, manda tutti in tilt, un Murray che si allenava con fratello pippa (vedi Federico Ferrero "Essere Jamie Murray”), incontrato Edmondo "Eddie" Viscardi, un ragazzo napoletano che gira piu tornei di un supervisor ATP, sempre estasiato dalle geometrie del piccolo Flavio Cipolla. Mentre Nadal spallonava, si affannavano le nuvole nere sul centrale. Euforico per la sconfitta del Barca, Nadalito avrebbe avuto le sue durante la notte, al Bernabeu. Conclusione: Se in primavera fate una gita tennistica, potendo scegliere, andate a Madrid.
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