L’impressionante crescita del colombiano. Il nuovo coach e un lavoro a 360 gradi presso l’Accademia di Bollettieri hanno forgiato un tennista “da top-20”. A Madrid ha battuto Murray: tra poco si unirà al team Fernando Gonzalez.
Di Riccardo Bisti – 9 maggio 2014
L’exploit si potrebbe liquidare con una battuta. Santiago Giraldo è colombiano, dunque adora giocare in altitutidine. Cosa volete che siano i 700 metri di Madrid per chi è abituato agli oltre 2.000 di Bogotà? Eppure c’è molto di più dietro l’esplosione del 26enne di Pereira. Il terrificante 6-3 6-2 rifilato ad Andy Murray è la punta di un iceberg cementato lo scorso autunno, quando si trovava a Bangkok e si sentiva un po’ perso. Dalla Thailandia, diede un colpo di telefono a Felipe Beron, coach di grande esperienza e tra gli allenatori del team “Colsanitas” (dal nome del più munifico sponsor del tennis colombiano). Gli disse che voleva cambiare qualcosa: per farlo aveva bisogno di una guida fidata, che lo conoscesse bene sia dentro che fuori dal campo. Beron, ex capitano della Davis colombiana, ha abbandonato le sue attività per dedicarsi a tempo pieno a lui. Obiettivo? Entrare tra i top-30, obiettivo soltanto avvicinato un paio d’anni fa, quando salì al n. 39 (best-ranking destinato a franare lunedì prossimo), perchè “Santi” ha vinto più partite in questo spicchio di 2014 che in tutto lo scorso anno, quando chiuse con un bilancio di 16 vittorie e 26 sconfitte. Sia pur a forte matrice colombiana, il progetto è partito dagli Stati Uniti, più esattamente dall’accademia di Nick Bollettieri a Bradenton, dove è stato fatto un lavoro a 360 gradi. Grande attenzione al discorso fisico: Giraldo è più potente, resistente, veloce. E’ davvero un altro atleta. Sul piano tecnico è ancora più aggressivo. Si è visto contro Murray: prendeva l’iniziativa non appena lo scozzese accorciava, e di tanto in tanto si presentava a rete. Inoltre il nuovo telaio gli ha regalato un pizzico di potenza in più. Grande attenzione anche agli aspetti mentali: “Abbiamo cercato di spingere ancora più in là i limiti di stress che è in grado di sopportare” ha detto Beron.
E ADESSO ARRIVA GONZALEZ
I risultati sono impressionanti. Quella contro Murray è la prima vittoria in carriera contro un top-10 (giunta al ventesimo tentativo), ma certifica uno stato di forma eccezionale, già mostrato dalle semifinali a Vina del Mar e Houston, nonchè dalla finale a Barcellona, dove c’è voluto un super Nishikori per fermarlo. Partito dalle qualificazioni, “Santi” ha vinto 10 delle ultime 11 partite e al turno precedente aveva battuto Tsonga. Poichè il ferro va battuto finchè è caldo, ha già annunciato una novità: a partire dal Roland Garros, al team si aggiungerà Fernando Gonzalez, ex top-5 ATP. Visto che gli ex-campioni nel ruolo di coach vanno così di moda, Giraldo ha pensato bene di non essere da meno. Il cileno si è ritirato un paio d’anni fa, ma lo scorso anno ha già sommato le prime esperienze al fianco del giovane cileno Sborowitz. “Abbiamo parlato un mese fa e ci siamo allenati insieme a Miami prima di Barcellona – ha detto Gonzalez – è un’avventura molto stimolante. Beron continuerà ad essere il suo punto di riferimento, io viaggerò per circa 10 settimane all’anno”. Il carico di fiducia, oltre che sul campo, si vede anche nelle dichiarazioni. La finale a Barcellona ha convinto il colombiano che i top-20 sono un obiettivo raggiungibile. “Sono venuto a Madrid senza pormi alcun limiti. Voglio mantenere il livello mostrato a Barcellona ed entrare nei top-20”.
COLOMBIA ALLA RISCOSSA
L’esplosione di Giraldo arriva con un paio d’anni di ritardo, ma c’è una ragione. Nel 2012 colse il best ranking, ma poi si bloccò perchè costretto a un paio di interventi piuttosto delicati, a breve distanza l’uno dall’altro: appendicite e peritonite. Rimase ricoverato per una decina di giorni presso la “Clinica Sebastian” di Belalcazar, più diverse settimane sotto osservazione. Riprendersi non è stato facile, ma adesso la Colombia ride: oltre a lui ci sono Alejandro Falla e Alejandro Gonzalez, oltre a un doppio di livello come Cabal-Farah. Non a caso il team di Coppa Davis orbita nel World Group, anche se a settembre avranno una trasferta difficilissima in Canada. Ma con questo Giraldo non si sa mai. Il colombiano (i cui interessi sono curati dalla sorella Carmina, ex giocatrice di Fed Cup) cercherà un posto in semifinale contro Roberto Bautista Agut, artefice dell’eliminazione di Fernando Verdasco e facile vincitore su Lukasz Kubot (entrato in tabellone come lucky loser). Tra i favoriti, restano in gara Rafa Nadal (6-1 6-4 a Nieminen, anche un po’ nervoso) e Tomas Berdych, vincitore in rimonta su Grigor Dimitrov. Avanti anche Kei Nishikori ed Ernests Gulbis, mentre gli spagnoli puntano anche su Feliciano Lopez, che ha usufruito del ritiro di Dominic Thiem.
MASTERS 1000 MADRID – OTTAVI DI FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. Jarkko Nieminen (FIN) 6-1 6-4
Tomas Berdych (CZE) b. Grigor Dimitrov (BUL) 3-6 6-3 6-2
Roberto Bautista Agut (SPA) b. Lukasz Kubot (POL) 6-4 6-2
Santiago Giraldo (COL) b. Andy Murray (GBR) 6-3 6-2
Kei Nishikori (GIA) b. Milos Raonic (CAN) 7-6 7-6
Feliciano Lopez (SPA) b. Dominic Thiem (AUT) rit.
David Ferrer (SPA) vs. John Isner (USA)
Ernests Gulbis (LET) b. Marin Cilic (CRO) 6-3 6-4
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