Lo stile di Grigor Dimitrov assomiglia a quello di Federer. Purtroppo per lui, solo quello. A Indian Wells ha preso una stesa atroce da Ferrer. Avanti Nadal (che spiega perché serve piano) e Azarenka.
Facile esordio per Rafa Nadal a Indian Wells

Di Riccardo Bisti – 12 marzo 2012

 
I tifosi di Federer sono terrorizzati. Il loro idolo non pensa al ritiro, ha addirittura citato le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 come possibile obiettivo. Però Roger non è eterno. Quando si ritirerà, i suoi numerosissimi fans (su Facebook ha recentemente superato i 10 milioni di sostenitori) piangeranno. Più in generale, piangerà il tennis. Persino chi non l’ha mai amato si è arreso all’evidenza di un gioco meraviglioso, ultimo baluardo di un tennis che fu. Il rovescio a una mano, l’eleganza, la pulizia nei colpi…tutte qualità che non troviamo nei campioni di oggi. Eppure c’è una speranza, piccola e fragile. Viene dalla Bulgaria e ha le sembianze di Grigor Dimitrov. Qualcuno, un po’ frettolosamente, lo ha definito il “Nuovo Federer”. In effetti la somiglianza stilistica è impressionante. Quei movimenti così classici, eleganti, “rotondi”, rimandano al Federer che fu. Senza considerare il completo Nike e la racchetta Wilson, una di quelle che può permettersi solo chi ha il braccio fatato. Il problema, per chi spera in un Federer "versione 2.0", è che le somiglianze si fermano lì. La realtà, nuda e crudele, è emersa durante il torneo di Indian Wells, in cui Dimitrov ha preso una sonora batosta (6-2 6-2 lo score) contro David Ferrer, che è una nemesi perfetta. Sgraziato, dal tennis costruito (il compianto Roberto Lombardi disse di lui: “Tira il rovescio come una donna”) ma, per parafrase Ligabue, uno che ha “gambe e fiato quanto vuoi”. E’ stato un massacro, un’esibizione penosa. Ferrer era uno dei peggiori avversari possibili, ma Dimitrov ha fallito su tutta la linea. Rifiutava lo scambio, il palleggio da fondocampo. Contro uno come Ferrer devi avere la pazienza di aspettare la palla buona per attaccare. Qualsiasi altra tattica è perdente. Con spocchia e presunzione, Dimitrov cercava il vincente da tutte le posizioni, dimenticandosi il significato dei colpi interlocutori. Al buon “Ferru” (già vincitore di 3 titoli nel 2012) sono bastati 66 minuti per archiviare la pratica e raggiungere il terzo turno, dove se la vedrà con l’uzbeko Denis Istomin, uscito da una furiosa battaglia contro Juan Ignacio Chela. Federer è nato nel 1981, Dimitrov nel 1991. Dieci anni fa, lo svizzero era numero 14 ATP e aveva già giocato la partita della “svolta”, battendo Pete Sampras a Wimbledon. Oggi, il povero Dimitrov è numero 102 e non ha ancora trovato la sua dimensione. Qualche federeriano si è offeso perché ritiene irrispettoso il paragone, ma c’è un problema: all’orizzonte non si vedono altri giocatori capaci di raccogliere l’eredità. Dimitrov non è il nuovo Federer, ma va tutelato ugualmente. Sperando che maturi.
 
Il resto della giornata ha offerto l’agevole esordio di Rafa Nadal, al primo match dopo l’Australian Open. Lo spagnolo si è sbarazzato 6-1 6-3 di Leonardo Mayer, ma gli spunti più interessanti sono arrivati in conferenza stampa, quando ha spiegato perché non tira il servizio al 100%. “Se tiro il servizio troppo forte, le mie percentuali scendono. E poi capita che la palla torni indietro ancora più rapida, quindi ho bisogno di tirare più piano per avere il controllo del gioco. Certo, se servo più forte ottengo più punti facili, ma non è questa la mia mentalità. Per farlo, dovrei sentire un feeling perfetto. Per me non c’è alcun problema a scendere in campo e tirare a 132 miglia orarie, ma non è la tattica giusta per me”. Al terzo round se la vedrà con il connazionale Marcel Granollers, bravo a sbarazzarsi di Tommy Haas. Tra gli altri match di giornata (e in attesa dell’esordio di Roger Federer), si segnala il buon esordio di Del Potro (7-5 6-2 a Matosevic, reduce dalla finale a Delray Beach) mentre l’unica (mezza) sorpresa è la sconfitta di Jurgen Melzer per mano di Thomaz Bellucci, mentre non può essere definita tale quella di Feliciano Lopez contro Marcos Baghdatis. Da segnalare il ritiro di Gael Monfils (n. 14 del draw), di cui ha beneficiato Nikolay Davydenko, vincitore 7-5 6-2 sul lucky loser Bjorn Phau.
 
In campo femminile, “il” risultato di giornata è la facile vittoria di Victoria Azarenka su Svetlana Kuznetsova. Dopo aver faticato tremendamente per battere Mona Barthel, la numero 1 WTA guardava con qualche preoccupazione al match contro la Russa. Invece ha vinto molto facilmente (6-1 6-2) e ha portato a 19-0 il bilancio stagionale. Negli ottavi proverà a fare 20 contro Julia Goerges. Nella notte ha giocato Flavia Pennetta, opposta ad Agnieszka Radwanska in un match che ha avuto l’onore della sessione serale.