ATP UMAGO – L’azzurro rischia grosso contro un giovane già maturo. Testa e rovescio sono da primo della classe, ma Fabio si è ripreso in tempo. “Finalmente torno a vincere una partita lottata”
Dall’inviato a Umago, Riccardo Bisti – 26 luglio 2014
Sentiremo parlare spesso di Borna Coric. Il giovane croato ha messo alle strette Fabio Fognini, costretto a dare fondo a ogni energia per imporsi col punteggio di 5-7 7-6 6-3 in una battaglia resa ancora più aspra dalla partecipazione del pubblico, (quasi) tutto schierato a favore del croato. Si pensava che Coric potesse pagare le improvvise attenzioni, o semplicemente mostrarsi impreparato per un certo livello. In fondo, aveva davanti il numero 20 ATP (che sulla terra vale molto di più) e non aveva mai giocato tre partite importanti una dopo l’altra. Invece ha mostrato stimmate importanti, accompagnate da un rovescio bimane molto incisivo. Non è il massimo dell’eleganza, ma non lo sbaglia quasi mai. E sui servizi un po’ lenti di Fognini (Fabio, perché ti ostini a tirare così spesso la prima a tre quarti di velocità?) era sempre aggressivo e prendeva in mano il gioco, anche perché Fognini accettava lo scambio sulla diagonale del rovescio, senza cercare un dritto che invece è da rivedere. Se c’è un dubbio sul futuro di Coric, sta proprio in questo fondamentale. Fatica a spingere e il movimento è un po’ macchinoso. Per il resto, davvero un bel giocatore. Nel suo angolo c’era anche Goran Ivanisevic, che da queste parti è considerato un Dio pagano. Non serve come Goran, ma riesce comunque a superare i 200 km/h. E ha raccolto tanti punti. Dal lato sinistro, inoltre, sa usare il back con diligenza. La mano non è educatissima, però quel rovescio fa veramente impressione. Non lo sbaglia quasi mai e vi nutre una fiducia pazzesca. Anche dopo un errore, mostra fiducia e continua a picchiare. Sente che non lo tradirà. E il complimento più bello, dopo la partita, gliel’ha fatto Fulvio Fognini, papà di Fabio, che lo ha abbracciato nel tunnel dicendogli: “Caro mio, tu sei un pitbull!”.
CORIC CARICA I CROATI
E Fognini? L’ennesima semifinale ATP su terra battuta non gli cambia la vita. Il torneo di Umago potrebbe essere importante solo in caso di vittoria, giacchè diventerebbe l’italiano con più titoli ATP di tutti dal post-Panatta in poi, staccando Gaudenzi, Seppi e Canè, come lui fermi a quota tre. Però è importante il modo in cui è maturata, come ha spiegato in una press conference tenutasi poco prima di mezzanotte. “Ho ritrovato la voglia di lottare punto dopo punto – ha spiegato – Umago è una sfida: non volevo venirci, ma il mio coach mi ha convinto ad accettare questa ennesima battaglia”. La scelta è stata giusta, perché luglio 2014 – è innegabile – è stato peggiore del magico luglio 2013. Ma la fiducia si ricostruisce in questo modo, vincendo partite come questa. “Vero. Era da tanto che non vincevo una partita lottata” ha chiosato. Il friday night contro Borna Coric è stato un incubo, perché per lunghi tratti non si è visto il miglior Fognini. Sembrava non avere energie, troppe palle gli sono finite in rete…come se non avesse la voglia di soffrire fino all’ultimo punto. Nel vederlo così passivo, soprattutto in risposta (c’è stato un momento in cui ha perso 16 punti su 17 in quattro turni di risposta), è tornata in mente una frase di Massimo Sartori: “Di solito questi tornei, gli ATP 250, li vince chi ha più voglia”. E Coric aveva una voglia tremenda, sembrava voler spaccare il mondo. In più occasioni ha attizzato il pubblico, cercava il sostegno della gente. Dopo un primo set schizofrenico (3-1 Coric, 5-3 Fognini, 7-5 Coric), la partita sembrava finita sul 7-5 2-0, quando il croato ha colto il sesto game di fila. Lì Fognini ha sfruttato un paio di regali che gli hanno permesso di restare in partita. Osservandolo da bordocampo, trasmetteva una viva sensazione di insicurezza, come se non sentisse il giusto feeling con palla e campo. Giornate così capitano anche ai più forti.
UNA STRISCIA DA INTERROMPERE
Senza troppi sussulti, il secondo set si è spinto fino al tie-break, vinto 7-4 da Fabio in virtù di un minibreak sul 3-3, ottenuto al termine di un grande scambio in difesa, in cui Coric era convinto di aver già ottenuto il punto. Nel terzo, all’improvviso, Fognini è tornato quello dei tempi belli. Aiutato da un Coric meno incisivo con il rovescio (sarebbe stato disumano spingere in quel modo per tre ore!), ha trasmesso una bella sensazione di sicurezza. La sua palla era più viva, profonda, e non dava più l’impressione di poter sbagliare. Ma non sarebbe Fognini senza un po’ di sofferenza: sul 3-1 ha sciupato tre palle break (ma è stato bravo Coric), poi sul 4-3 è stato lui a cancellarne una con una strepitosa smorzata. I 17 anni di Coric sono usciti soltanto nell’ultimo game, quando i crampi alla gamba sinistra sono improvvisamente deflagrati e gli hanno impedito di servire decentemente negli ultimi punti. Il problema covava sin da metà secondo set. I più attenti se ne erano accorti, tra cui Marco Galbiati, vincitore del nostro concorso, che dalla sua postazione-vip a bordocampo aveva intuito le difficoltà latenti del croato. In semifinale, Fabio se la vedrà con uno dei giocatori del momento, l’uruguaiano Pablo Cuevas, reduce da ben 11 vittorie di fila, tra cui il primo titolo ATP a Bastad. Fognini dovrà alzare il livello: Cuevas è in condizioni strepitose come ha dimostratro contro Seppi, ed anche contro Teimuraz Gabashvili nei quarti. In particolare, sta sbagliando poco col dritto, colpo meno sicuro. I precedenti dicono 2-0 per l’azzurro, ma quest’anno, a Rio de Janeiro, è stata una battaglia. E per venirne fuori ci vorrà un Fognini coi fiocchi. Sarà il secondo match, dopo che alle 17.30 il programma sarà inaugurato da Marin Cilic e Tommy Robredo, vincitori delle ultime due edizioni.
ATP UMAGO – Quarti di Finale
Fabio Fognini (ITA) b. Borna Coric (CRO) 5-7 7-6 6-3
Pablo Cuevas (URU) b. Teimuraz Gabashvili (RUS) 6-3 4-6 6-2
Tommy Robredo (SPA) b. Pablo Carreno Busta (SPA) 6-1 6-4
Marin Cilic (CRO) b. Lukas Rosol (CZE) 6-0 6-2
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