Le parole dell’ex numero 5 del mondo dopo la sconfitta rimediata al primo turno degli Internazionali BNL d’Italia per mano di Naomi Osaka

Foto Felice Calabrò

ROMA – Addio alle armi. Se Fabio Fognini ha annunciato che questa sarà la sua ultima stagione agonistica, anche Sara Errani, 38 anni compiuti il 29 aprile, ha messo un (mezzo) punto alla sua carriera. «Sì, basta tornei di singolare, dopo il Roland Garros mi dedicherò quest’anno solo al doppio. Nel 2026, poi, vedremo se continuare o smettere definitivamente». Quella di oggi contro Osaka è stata quindi l’ultima partecipazione (la ventunesima, per la precisione, qualificazioni comprese) di Sara al Foro Italico, ottanta minuti di buon tennis ma alla fine una netta sconfitta (6-2 6-3) malgrado si fosse portata sul 3-1 nel secondo set. «Purtroppo il corpo non risponde più come un tempo – ha detto la romagnola – non è bello vedere che certi colpi che ti sono riusciti per anni non funzionano più. E’ la vita, certo, ma non è facile accettarlo. Come sarebbe finita dieci anni fa? Non lo so, preferisco non pensarci…». In Italia nessuna tennista ha vinto quanto lei in fatto di tornei (44, di cui 9 in singolare) e di partite vinte (688), in una carriera impreziosita dalle finali raggiunte al Roland Garros e a Roma, la semifinale agli Us Open, il numero 5 nel ranking Wta in singolare, i 6 titoli Slam tra doppio e misto, e poi la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi e i quattro trionfi con l’Italia nella Fed/King Cup. Insomma, è stato un bel viaggio… «Si, mi sono presa soddisfazioni importanti – sorride – la partita più bella? Forse quella vinta contro Stosur nelle semifinali del Roland Garros del 2012, oppure i successi su Jankovic e Li Na a Roma tre anni dopo… No, non posso lamentarmi». Ma ora basta con la nostalgia, c’è un titolo di doppio da confermare qua a Roma, con Paolini.