Conosciamo meglio Tyra Caterina Grant, che da qualche giorno può ufficialmente competere sotto i colori della bandiera italiana

Foto di Felice Calabrò

ROMA – Espansiva, sorridente, sicura di sè il giusto. Che belli i 17 anni di Tyra Caterina Grant, talento del tennis internazionale (numero 335 del ranking Wta), italoamericana che ha appena scelto di abbracciare definitivamente la causa del Bel Paese. Nata a Roma il 12 marzo del 2008, è figlia del campione di basket newyorkese Tyrone Grant, trasferitosi da noi per giocare a pallacanestro, e di Cinzia Giovinco, maestra di tennis. Tifosa juventina, Djokovic il suo idolo, dai 7 ai 14 anni ha giocato a Bordighera nell’accademia di Piatti prima di trasferirsi in Florida, e sotto la bandiera americana ha vinto tre titoli Slam in doppio e per due volte la King Cup Junior. Ora il ritorno in Europa, prima a Cannes con Jean René Lisnard poi a Casale Monferrato, dove è seguita da Graziano Gavazzi. «Stavo pensando da tempo di scegliere l’Italia – ha detto, per nulla intimidita dal trovarsi di fronte a un gran numero di giornalisti – qui sono nata e cresciuta, qui ho tutti i miei amici, vivendo negli Stati Uniti ho capito quanto mi mancasse l’Italia, la sua cultura, le sue belle città, anche il cibo, naturalmente», e ride. L’attesa che circonda il suo debutto, grazie a una wild card, nel tabellone principale degli Internazionali – affronterà una giocatrice proveniente dalle qualificazioni, e sarà appena la sua seconda partita nel main draw di un torneo WTA – non sembra preoccuparla più di tanto. «Per me giocare qui a Roma è una occasione incredibile. Non sono certo abituata a ricevere tanta attenzione – ammette – spero ci sia un gran tifo, e magari di giocare sul Centrale». Intanto in mattinata ha fatto da madrina, insieme a Coco Gauff, del sorteggio del tabellone femminile, svolto di fronte alla Fontana di Trevi.

Da bambina si dilettava nella danza e suonava il pianoforte («ero anche brava…») poi fra tanti sport la scelta di giocare a tennis perché «sono molto competitiva, e questo sport ti dà la possibilità di rimediare agli errori, regala sempre una seconda chance», e qui sembra sentir parlare un certo Sinner, suo compagno di accademia per qualche tempo a Bordighera. E la Tyra fuori dal campo? «Sono una ragazza allegra, direi molto socievole, mi piace leggere e guardare film. E in questi giorni sto preparando gli esami di Economia Aziendale, sono al terzo anno».
Nel suo futuro cosa legge? «Il mio sogno è quello di diventare numero uno. Un po’ mi sento in imbarazzo per la grandezza del sogno stesso, ma il motivo per cui mi alleno ogni giorno è proprio quello di diventare una giocatrice sempre migliore. Non temo la pressione, spero solo che l’ambiente non si aspetti da me subito grandi risultati. Mi conosco, un passo alla volta arriverò lontano…». E allora forza Tyra, vinci (anche) per noi.