Foto Ray Giubilo

Il serbo si avvicina al Roland Garros in modalità zen: queste le sue parole nel media day

PARIGI – «Basse aspettative, grandi speranze». Così parlò del suo Roland Garros (martedì il debutto, contro il francese Herbert) Nole Djokovic, numero 1 tenuto in vita dai grandi risultati della scorsa stagione (nella “Race” è appena 14º), che non sembra ancora essersi ripreso da quei tre match point sprecati nella semifinale di Davis a Malaga, contro Sinner. Da quel 25 novembre Nole non ne ha azzeccata più una: quest’anno ha giocato appena 20 incontri perdendone 6 (in tutto il 2023 le sconfitte erano state 7), apparendo spesso in balia di giocatori contro cui non dovrebbe mai perdere, dal nostro Nardi a Tabilo a Machac. Bisognerebbe essere nella sua testa per capire cosa davvero pensa, o di cosa soffre, il campione serbo, che da parte sua evita di rispondere alle domande più scomode. «Negli ultimi mesi sono successe parecchie cose, ma non voglio parlarne, non chiedetemi di aprire il mio “vaso di Pandora”. Inutile soffermarsi su quello che è già storia, io sono in grado capire cosa non ha funzionato e di porvi rimedio».

Mai in finale in questo tribolato 2024, per uscire dalla crisi Djokovic si affida alla magia del tornei del Grande Slam. «In queste occasioni io ho sempre dato il mio meglio. La scorsa stagione è stata davvero speciale, in particolare la vittoria qui a Parigi. Ecco, la mia speranza è di fare bene qui, anche se devo tenere conto di questi cinque mesi nei quali ho molto faticato, con il mio tennis che non è stato un granché. Preferisco quindi parlare di aspettative basse e di ragionare giorno per giorno, sperando che la condizione di forma migliori. Però ripeto, posso venirne fuori, so cosa serve in queste situazioni, le giuste condizioni fisiche, mentali, tecniche, anche un po’ di fortuna. L’ho dimostrato 24 volte (riferimento ai 24 Slam vinti, ndc), senza pensare alle finali e agli altri piazzamenti. Questa è la mia nuova sfida».
Nella carriera di ogni giocatore ci sono alti e bassi, infortuni che magari costringono a stop imprevisti, buchi neri nella stagione. «Io li definisco dossi sulla strada – puntualizza Nole – ricordo che mi sono dovuto fermare sei mesi nel 2017, poi nel 2018 è arrivata l’operazione al gomito, dopodiché ho dovuto riaggiustare la meccanica dei miei colpi, e sono anche scivolato in classifica oltre i primi venti. E poi, da tennista, devi essere più abituato alle sconfitte che alle vittorie, devi accettare la sensazione di fallire, di perdere nella maggior parte delle settimane, e adattarti. Ma in tutte le situazioni difficili della mia carriera sono sempre riuscito a ritornare in alto quindi sono convinto che ce la posso fare anche questa volta».
Chiusura sulla grande sfida di domani, tra Nadal e Zverev. Nole la vedrà? «Se non ho qualcosa di più interessante da fare, certo – sogghigna il numero 1 del mondo – giocano di sera? Ah, di pomeriggio? Allora è più difficile, però mi piacerebbe, sì. Non credo che ci sia qualcuno tra gli appassionati che non è interessato a vedere come finisce questa partita…», e finalmente ride.