
Dopo che negli anni scorsi era capitato che una delle wild card per le qualificazioni degli Internazionali finisse nelle mani della svizzera Lisa Sabino, la Federtennis ha deciso di limitare ai soli giocatori italiani (“in grado – si legge nel regolamento – di rappresentare l’Italia in una competizione internazionale a squadre”) non solo il torneo finale che si gioca al Foro Italico la settimana prima degli Internazionali, ma anche i 23 tornei Open BNL di pre-qualificazione, scattati il mese scorso. Appuntamenti che negli ultimi anni, in virtù di un montepremi che per la prova maschile supera i 10.000 euro – il 70% dei quali finanziati dalla FIT – per tanti giocatori sono diventati un modo per far cassa, e raccogliere un buon bottino economico. Specialmente nel periodo estivo, quando in Sudamerica non ci sono tornei mentre l’Italia offre Futures e Challenger ogni settimana, la Penisola si popola di tennisti argentini, che arrivano per giocare i tornei internazionali, ma vista la presenza sul territorio partecipano anche ai Campionati a squadre e ai tornei Open, buone occasioni per far fruttare economicamente la lunga trasferta. Per esempio, lo scorso anno Gennaro ha giocato qualche partita del campionato di Serie B con lo Sporting Bisceglie, in Puglia, mentre ora risulta tesserato in un piccolo club di Roma, il Play Pisana Ssd. Dalle sue parole è facile intuire che, una volta scoperta la possibilità di disputare gli Open BNL, Gennaro abbia deciso di sfruttare il doppio passaporto per effettuare il cambio di nazionalità, così da avere una possibilità in più di competere e raccogliere soldi extra, col sogno di un posto agli Internazionali.

Ma non è tutto, perché sempre nelle sue dichiarazioni rilasciate a Diario Sintesis, il tennista sudamericano ha detto che in più la naturalizzazione gli apre la possibilità di ricevere degli inviti per i tornei Challenger. Vista l’età è difficile che la carriera di Gennaro possa ricevere il supporto (economico o di wild card) da parte della Federtennis, e l’augurio è che la sua sia solamente una speranza, visti i precedenti storici non proprio felici. Negli anni scorsi, infatti, partendo da un’idea dell’ex direttore tecnico Edoardo Infantino la Federtennis aveva naturalizzato due giovani argentini, aprendo i rubinetti e le porte del Centro Tecnico di Tirrenia a Francisco Bahamonde e Andres Gabriel Ciurletti, con l’obiettivo di potenziare il bacino di speranze del nostro tennis. Col senno di poi si può dire che non è andata benissimo: il ventunenne Bahamonde, il cui passaggio sotto il tricolore aveva scatenato non poche polemiche sia in Italia sia nel suo paese d’origine, ha praticamente abbandonato nell’estate del 2016 l’idea di diventare un tennista professionista, nonostante fosse salito al numero 344 ATP, e da allora se n’è tornato a casa sua a Mendoza e si è iscritto all’Università, solo un anno dopo il via dell’esperienza italiana. Mentre Ciurletti, che con Bahamonde condivideva l’appartamento nella foresteria del Centro Federale, fa ancora parte dei progetti targati FIT e continua ad allenarsi a Tirrenia, ma a 20 anni è impantanato al numero 1.398 della classifica ATP. Non esattamente quello che ci si augurava nel 2015.