Le parole dell’azzurro dopo la sconfitta contro Calais

Foto di Ray Giubilo

Luciano Darderi a Parigi esce all’esordio, un match tirato (7-6 7-6), che lascia qualche recriminazione, contro il francese Cazaux.

«Peccato, nel secondo ero sopra 5-2 e mi sono fatto riacchiappare», dice in zona mista alla Defense. «Lui però è stato bravo, ha servito bene, e io non ho il ritmo partita. Il set in allenamento che ho fatto con Sonego – dice mentre saluta Vincenzo Santopadre in transito verso la players lounge – è stato l’unico da un po’ di tempo».

Nato terraiolo, e quest’anno vincitore di ben tre tornei sul rosso, a Marrakech, Umago e Bastad, Luciano sta dimostrando si sapersi destreggiare anche sul ‘duro’. «Sul cemento all’aperto sì, alla fine ho fatto terzo turno a Winston Salem e anche agli Us Open, dove ho perso solo da Alcaraz. E ne sono molto contento. Indoor è più difficile. Ci sono pochi tornei e a fine stagione, quando siamo tutti stanchi e ci infortuniamo. Ma sto facendo progressi».

Ecco, gli infortuni. Darderi in materia non ha una spiegazione unica, ma un’idea sì: «Io ho avuto una fascite e mi sono dovuto fermare, altri hanno problemi, ma alla fine il tennis è l’unico sport dove si gioca con questi rimi: Fonseca e Davidovich Fokina hanno fatto una finale faticosa ieri a Vienna, domani saranno di nuovo in campo qui… Va bene, e poi siamo tutti liberi di scegliere che tornei giocare, anche se i ‘mandatory’ sono tanti, ma il calendario è intenso. Io gioco più che posso, perché il tennis mi piace tanto».

La stagione è ormai alla fine. Le convocazioni in Davis sono state fatte, ma Filippo Volandri può sempre cambiare tre nomi prima del match contro l’Austria: «Giocherò ad Atene, poi ho finito. I giochi credo siano fatti per Bologna, ma se c’è bisogno sono pronto. L’importante è che rivinciamo la Coppa, io ci tengo molto e prima o poi mi piacerebbe dare il mio contributo. Ma sono giovane, arriverà anche la mia occasione».