Per la prima volta in carriera il tennista italo-argentino ha raggiunto il terzo turno in un torneo del Grande Slam

Foto Ray Giubilo

Ci sono voluti due giorni per completare la partita, ma alla fine ce l’ha fatta Luciano Darderi ha conquistare il suo primo terzo turno in un torneo del Grande Slam. Forse la superficie meno adatta se si pensa alle origini del tennista italo-argentino, che però sull’erba ha dimostrato eccome di saperci fare. L’attuale numero 59 del mondo ha superato il britannico Arthur Fery con il punteggio di 6-4 6-3 6-3 riuscendo a chiudere la partita in tre set dopo l’interruzione arrivata nella serata di ieri alla fine del secondo. “Sono contento della mia prestazione – ha spiegato in conferenza stampa- . Non era facile tornare su buoni livelli dopo la sospensione di ieri e infatti sono subito andato sotto di un break. È stato importante riuscire subito a ricucire lo svantaggio e poi a chiudere la partita. Qui l’erba adesso è un po’ più lenta e questo mi avvantaggia. Comunque riesco a giocare bene con servizio e dritto e anche a venire avanti. Anche in risposta sono migliorato tanto“. Ora il terzo turno con Jordan Thompson che “è un giocatore che conosco poco, ma so che su questi campi gioca molto bene e sicuramente dovrò cercare di permettergli il meno possibile di venire a rete.

Un traguardo così importante non cambia gli obiettivi: Ad inizio stagione il mio obiettivo era la Top 20 e continua ad esserlo. Nei primi mesi dell’anno ho perso molti punti tra Cordoba e altri tornei molto importanti, ma da qui in avanti non devo difenderne così tanti e penso che questa sia una cosa molto positiva per cercare di riuscire ad arrivare dove mi ero prefissato. Ho la possibilità di fare bene anche sul cemento, dove lo scorso anno ero arrivato un po’ stanco dopo Umago, le Olimpiadi e tanti tornei di fila. Ho fatto una preparazione più lunga quest’anno e mi sento molto meglio rispetto alla scorsa stagione“.

Se si senta più italiano o argentino, Luciano non ha dubbi: “Sono venuto in Italia da quando avevo 10 anni. Passo un mese in Argentina e undici a giocare a tennis in giro per il mondo. In Italia mi hanno fatto sempre sentire a casa. Negli ultimi anni sono stato solamente un mese in Argentina, noi giocatori siamo cittadini del mondo ma amo questo sport e quello che faccio. Vivo per questo e non mi pesa” – prima di chiudere con una menzione al fratello Vito, 17enne e anche lui tennista -: “Adesso è in finale in un ITF Junior in Repubblica Ceca. Non è facile quando hai un fratello che è già arrivato al professionismo, ma io gli do tanti consigli e anche il team gli è molto vicino. È a un passo dalla top 100 del ranking ITF Junior. È fondamentale anche il lavoro di mio padre, perché non è facile seguire due giocatori e stiamo cercando di aiutare Vito ad arrivare a questi livelli. Se raggiunto la seconda settimana a Wimbledon mi raggiungerà anche lui qui“.