La tennista transalpina, numero 361 del mondo in tabellone grazie ad una wild card, ha raggiunto i quarti di finale al Roland Garros

PARIGI – Ne avevamo scritto già qualche giorno fa ma è giusto tornare a parlare di Lois Boisson, autentica sorpresa di questi Internazionali di Francia, capace da numero 361 del mondo – in tabellone grazie a una wild card – di arrivare fino ai quarti di finale battendo una fragilissima numero 3 del mondo Jessica Pegula, incapace di trovare le contromosse ai tagli e alle smorzate della ragazza di Digione (che si allena però a Lione con Florian Reynet), e soprattutto incomprensibilmente cocciuta nel continuare a sfidarla sul dritto, il suo colpo migliore, potente e ricco di top spin. Lois, vittoriosa per 3-6 6-4 6-4 dopo due ore e quaranta minuti di lotta, è la prima francese a entrare nei quarti dal 2017, quando ci riuscirono Caroline Garcia e Kiki Mladenovic, e poi la giocatrice di più bassa classifica nei quarti di uno Slam sempre dal 2017 (Kaia Kanepi da numero 418 giunse tra le prime otto allo US Open) e infine la prima ad arrivare così lontano al debutto nel tabellone di un grande torneo dai tempi di Carla Suarez Navarro, a Parigi nel 2008. «Due settimane fa non avrei mai pensato di poter arrivare nei quarti al Roland Garros – le sue parole dopo il successo su Pegula – però ho sempre avuto grande fiducia nelle mie possibilità. Non avevo mai giocato sullo “Chatrier” (il Centrale di Parigi, nda), all’inizio ho sentito tanta pressione. Però dal secondo set in poi mi sono sciolta, il pubblico mi ha dato una grande spinta e ho giocato come dovevo. No, questo risultato non mi cambierà (intanto però ha intascato 440.000 euro, lei che in carriera ne aveva vinti finora 148.000, nda), ma con la nuova classifica sarà più facile giocare i tornei importanti».
Classe 2003, Boisson ha avuto finora una carriera frenata dagli infortuni: prima un problema alla spalla che è riuscita a risolvere tre anni fa cambiando la tecnica del dritto, poi nel maggio di un anno fa (era appena salita al 152º posto della classifica grazie a quattro tornei Itf vinti in due mesi) il terribile incidente al ginocchio sinistro che l’ha tenuta lontana dai campi per nove mesi. A febbraio è tornata a giocare, ha vinto un torneo Itf a Saint-Gaudens e a Parigi ha infilato una dopo l’altra Mertens, Kalinina, Jacquemot e Pegula. «So che sono brava quanto tutte le ragazze qui, almeno in allenamento…», scherzava nei giorni scorsi. Di lei quest’anno si era parlato solo per uno spiacevole incidente, occorso ad aprile al torneo di Rouen, al debutto Wta, quando la sua avversaria, l’inglese Dart, aveva chiesto all’arbitro di invitare Lois a usare un deodorante. Chiusa la partita vincendo 6-0 6-3, la francese aveva postato sui social la foto dello stick “Dove”, proponendo una sponsorizzazione, «A quanto pare dobbiamo collaborare», aveva scritto.
Appassionata di basket (il padre ex giocatore e poi allenatore, lei ha lavorato anche all’Academy di Tony Parker), Nadal e Swiatek come idoli, un tatuaggio, “Resilienza”, sulla spalla, durante la riabilitazione ha seguito un particolare allenamento neurovisivo, predisposto dal suo preparatore atletico, Sebastien Durand. «Colleghi il cervello agli occhi, vieni sottoposta a stimoli molto veloci ed è fantastico per il tennis – ha spiegato nei giorni scorsi Lois – questo programma prevedeva anche il compito di afferrare una palla con un occhio coperto, un test di reazione e addirittura dei visori di realtà virtuale».
Mercoledì tornerà in campo da virtuale numero 120 del mondo, contro Mirra Andreeva, 6ª nel ranking Wta. «Mi aspetto tanti scambi complicati, ma non cambierò il mio gioco». Probabile che la diciottenne russa sia troppo più forte ma «voglio vincere il Roland Garros», aveva detto Lois prima dell’infortunio di un anno fa. E allora chissà, sognare non costa nulla, mancano solo tre partite…