Un Flavio Cobolli agrodolce, già certo di entrare in top 20, commenta la sconfitta con Nole Djokovic

LONDRA – Allegro ma non troppo. “Meritavo il quinto set”. Flavio Cobolli sa di aver spinto al limite “il più grande tennista di tutti i tempi”, ma sa anche che per ora non è abbastanza contro un campione come Novak Djokovic. “Penso di aver giocato un’ottima partita – ha detto in conferenza stampa – sono orgoglioso del mio atteggiamento in campo. Non è facile giocare sul Centrale di Wimbledon, il primo quarto di finale di un Grande Slam. So di aver fatto un ottimo lavoro e di aver dato tutto in campo, ma anche così non è bastato. Sono un po’ triste. Meritavo il quinto set. Ho giocato 5 buone partite qui a Wimbledon. Entrare sul Centre Court mi ha fatto un certo effetto nei primi minuti, è più grande di quello che ti aspetti, ma poi ho giocato alla pari”.
La tattica studiata alla vigilia ha “quasi” funzionato. “Fin dall’inizio dell’incontro – ha dichiarato il giocatore romano, già certo di entrare nella Top 20 – ho cercato di essere aggressivo, di puntare sul suo dritto. Ho servito molto bene. Ho fatto tutto bene, ma non è bastato. Lui è una leggenda, ha giocato meglio di me i punti decisivi”. Djoko, nello scambio di complimenti a rete a fine partita, gli ha pronosticato che entrerà presto fra i Top 10 e ci resterà “per molti anni”. Gli viene fatto notare che ha giocato molti “big shots”, molti colpi difficilissimi. “E’ il mio gioco – sostiene Cobolli – in questo sono un po’ come Carlos Alcaraz. Però non è importante giocare i big shots, importante è chi vince il punto”. Cobolli è convinto di poter giocare bene su tutte le superfici: dopo la terra e l’erba, e 3-4 giorni di riposo dopo Wimbledon, affronterà il cemento dei tornei americani. Ed è anche convinto che le cose siano cambiate dopo il successo di Amburgo, di aver imparato a badare alle piccole cose (“allenarsi di più, mangiare sano, dormire bene!”), a credere in se stesso.
Cobolli ha ammesso che nel secondo set, scivolato via in meno di mezz’ora, ha sentito un calo fisico, probabilmente un calo di adrenalina seguito al primo set, al tie break giocato bene e vinto, ma poi nel terzo e nel quarto si è sentito bene. “Forse ha giocato anche un po’ l’inesperienza”, riconosce, disputando più partite così imparerà a gestirle meglio. Nel mezzo della conferenza stampa, e prima di cominciare a rispondere alle domande in italiano, Flavio ci ha tenuto a fare un tributo a Fabio Fognini, che proprio oggi a Wimbledon ha annunciato il suo ritiro ed era presente nella sala delle interviste. “Se sono qui oggi – ha detto, mentre “Fogna” lanciava qualche battuta dal fondo della sala – è perché ho visto le tue partite in tv e ho scelto il tennis (Cobolli, come noto, era anche un promettente calciatore ndr). Ti ho sempre visto come un idolo, non un ribelle, ma un combattente. Hai fatto molto per tutti noi e se il tennis italiano oggi è a questo punto, è anche molto merito tuo. Devi essere fiero di quello che hai fatto”.

