La soddisfazione del romano dopo il successo su Matteo Arnaldi che gli ha regalato l’accesso al terzo turno del Roland Garros

PARIGI – «Dei derby passati non avevo bei ricordi, oggi volevo vincere per forza». Garbato e sorridente come al solito, Flavio Cobolli – che evidentemente, come ogni vero romanista vive in modo particolare le stracittadine, anche nel tennis – si gode il terzo turno parigino, impresa mai riuscitagli prima. Contro Arnaldi aveva vinto solo una delle quattro sfide precedenti, oggi ha preso il sopravvento abbastanza nettamente, malgrado un terzo set quasi buttato via, con tanto di match point sprecato nel tie break. «Dopo quel set ero davvero… incazzato – confessa Flavio – però sono stato bravo a reagire nel modo migliore. Io e Matteo (Arnaldi, nda) siamo molto simili nel gioco, basato soprattutto sui colpi da fondo. Oggi però lui ha servito anche peggio di me, e quindi a ogni turno di risposta o quasi sentivo la possibilità di strappargli la battuta e questo mi ha dato fiducia». Ecco, il servizio: su cosa state lavorando? «Io ho un’ottima statistica sui punti vinti con il primo servizio ma una bassa percentuale di “prime”, stiamo cercando di incrementare questo dato, per regalarmi una chance in più nel gioco».
Sabato affronterà Zverev, terza testa di serie e finalista qui un anno fa. «Che posso dire, lui sarà chiaramente il favorito, per avere qualche possibilità dovrò preparare la partita in modo eccellente e soprattutto giocarla in modo eccellente. Ci siamo allenati insieme qualche volta, anche recentemente ad Amburgo (il torneo che Cobolli ha vinto, nda) e non è stata una bella esperienza. Perché? Perché mi ha battuto nettamente… Comunque penso di avere delle cartucce da sfruttare, restando però sempre sereno e cercando di divertirmi, forse la cosa più importante».
La partita tra Cobolli e Arnaldi si è svolta a pochi metri di distanza dal campo dove hanno giocato Fils e Munar, con immaginabile frastuono di accompagnamento. «Ma quel rumore e quel tifo non mi hanno dato fastidio. Anzi, a un certo punto hanno cominciato a cantare tutti “La Marsigliese”, e sentire questo inno che a me piace tantissimo mi ha dato una grande carica». Nei tornei più importanti Cobolli è spesso accompagnato da parenti e amici. «Qui c’erano i nonni – ha detto – ma sono già partiti, non pensavano che potessi arrivare al terzo turno…. Però c’è mia cugina». Fosse lei la nuova portafortuna?