Il ragazzo romano raggiunge i quarti di finale ed entra nei primi 20 del mondo: che emozione nel suo box a fine match

LONDRA – Stefano, il papà, nasconde nell’asciugamano le lacrime. Anche Guglielmo, il fratello piccolo, non trattiene l’emozione e viene consolato da Edoardo Bove, mentre Francesca, la mamma, scappa fuori dal campo numero 2, mormorando “sono viva, sono viva, e non ho pianto!”. Il responsabile di cotanta emozione, Flavio Cobolli, ha appena conquistato l’accesso ai quarti di finale del torneo più importante del mondo e corre verso il suo box, ad abbracciare tutti. «Ho vinto per me, ma ho vinto anche per la mia famiglia – le prime parole del ventitreenne ragazzo romano, virtuale nuovo numero 19 del mondo – ottenere un risultato così importante, e impensabile fino a poco tempo fa, davanti a chi ti vuole bene è davvero speciale. E poi Edo (Bove, suo compagno di squadra nelle giovanili della Roma, nda) mi diceva che sarei arrivato sicuramente alla seconda settimana, ora deve restare qui almeno fino a mercoledì. Stasera festeggeremo tutti insieme, siamo un grande gruppo, io sono abituato a vedere tanta gente intorno a me nei grandi tornei, ci divertiamo e così sono più tranquillo fuori dal campo. Il rapporto con mio padre, il mio allenatore? Lui è come me, si tiene tutto dentro, quel pianto deve essere stato davvero liberatorio. Abbiamo un rapporto particolare, da fuori possiamo sembrare due matti, litighiamo tanto però ci vogliamo bene. Ma la cosa più importante è che lui, ex giocatore professionista, mi ha sempre lasciato libertà di scelta. Mi spingeva a giocare a calcio, intanto giocavo a tennis al circolo Parioli con Magnelli e Bobo Meneschincheri e lui non si è mai intromesso, fino a 16 anni non abbiamo mai parlato di tennis in famiglia. Quando ho lasciato Vittorio (Magnelli, nda) e mio padre ha aperto l’accademia a Bel Poggio, mi sono trasferito lì con lui, ed è cominciato il nostro rapporto… lavorativo».
Torniamo alla soddisfazione per il primo “quarto” in un torneo dello Slam. «Sono tra migliori otto a Wimbledon, cosa può esserci di più bello – il commento di Cobolli – questa è una giornata che non dimenticherò mai, qualcosa che sognavo fin da piccolo. Il Roland Garros è un torneo bellissimo ma qui si respira la storia del tennis. Sono ancora emozionato e orgoglioso di aver vinto una partita così, battendo una leggenda come Cilic, sono stato aggressivo, ho retto bene per tutti e quattro i set. Differenze tra la terra battuta e l’erba? Il colore… Io penso di poter giocare bene su tutte le superfici, ma l’erba mi piace sempre di più. Negli ultimi mesi è aumentata la mia voglia di migliorarmi: mangio meglio, mi alleno meglio, curo di più i dettagli. Così ho messo alle spalle il brutto inizio di stagione ed ho vinto due tornei (Bucarest e Amburgo, nda). E poi cerco di allenarmi con i più forti, c’è sempre da imparare qualcosa. L’ora che ho fatto ieri con Sinner? Decisamente dura…». Ora i quarti di finale. «Giocherò sul campo Centrale o sul numero 1 (essendo passato Djokovic, è sicuro il Centrale, nda) sarà una esperienza nuova per me. Cercherò di divertirmi, dando naturalmente tutto quello che posso».
“La mano di Cobolli po’ esse fero e po’ esse piuma…” ha esclamato in tribuna un tifoso, evidentemente romano, dopo una botta di dritto seguita da un sontuoso ricamo sotto rete in demi-volèe. Ecco, per sperare di battere Nole, Cobolli dovrà essere ancora fero e piuma. Provaci ancora, Flavio.

