di Antonio Di VitaLa CIT è stata invitata a Roma alla fine di Febbraio al simposio dell’ AICS intitolato ‘il maestro di tennis’: anche altre associazioni erano presenti all’evento
di Antonio Di Vita

La CIT è stata invitata a Roma alla fine di Febbraio al simposio dell’ AICS intitolato ‘il maestro di tennis’: anche altre associazioni erano presenti all’evento. E’ stato un bel momento d’interscambio culturale tennistico. Il relatore della CIT è stato Antonio Di Vita, segretario nazionale, che ha parlato del seguente argomento: ‘maestro di tennis: professione del futuro’, in chiave giuridico-fiscale. A tutt’oggi l’insegnamento del tennis non si traduce quasi mai in una vera e propria professione: i numeri e le statistiche meglio di chiunque altro spiegano il perché.
In Italia ci sono circa 600.000 lavoratori nel mondo sportivo dilettantistico: solo il 16% ha un contratto a tempo indeterminato, il 47% a termine ed il 37% lavora in nero (!); solo il 6% è titolare di partita IVA;  per il 67% il lavoro è la principale fonte di reddito, il 24% lo fa come attività secondaria e l’ 8% lo fa per passione, tempo libero e/o volontariato; il 43% lavora fino a 20 ore settimanali, il 35% lavora da 21 a 40 ore ed il 22% lavora oltre le 40 ore settimanali; l’84% ha un titolo riconosciuto dal  CONI o dalla Federazione; solo il 18,7% è iscritto ad un sindacato; la maggior parte dei lavoratori sportivi ha un reddito inferiore ai € 15.000; il 71% non può fare progetti per il futuro (famiglia, figli, casa) e vive ancora in famiglia; solo il 63% è consapevole di essere precario e che c’è bisogno di rivedere tutta la panoramica del mondo lavorativo sportivo.
Come si può ben notare il quadro della situazione è molto preoccupante.  
L’insegnante di tennis deve quindi decidere se diventare un vero e proprio professionista come tutti gli altri,  oppure rimanere un lavoratore in nero che è consapevole, però,  di farlo a proprio rischio e pericolo.
Da adesso in poi sarebbe meglio che la sua figura professionale si evolvesse per continuare ad esistere, bisogna che i 4.000 insegnanti di tennis che ci sono in Italia diventino veri e propri lavoratori (dipendenti, partita IVA, CO.CO.CO ecc) per arrivare ad ottenere così il contratto collettivo nazionale, il riconoscimento giuridico della categoria e la creazione dell’albo professionale: solo in questo modo potranno non essere vittima del Fisco e del ricatto occupazionale che troppo spesso fanno loro i circoli.
Inoltre, ufficializzando la propria posizione, potranno garantirsi importanti istituti contrattuali che oggi non hanno: pensione, malattia, infortunio, maternità, ferie, congedi parentali, assegni familiari, agevolazioni bancarie per prestiti e mutui, convenzioni con aziende di consumo ecc.

La CIT, a sua volta, li vuole rappresentare tutti senza distinzioni di sigla (FIT, UISP, PTR, AICS ecc.), nella convinzione che ognuno è libero di scegliere il proprio percorso formativo, come avviene nelle altre professioni.
La CIT vuole essere, quindi, il loro sindacato con l’ ambizioso intento di dare alla categoria docente piena dignità professionale attraverso leggi e contratti che la possano tutelare.
Per fare tutto questo la strada è lunga: bisogna che gli insegnanti di tennis italiani imbocchino una nuova direzione professionale, che s’iscrivano tutti o quasi tutti alla CIT affinchè quest’ultima possa portare in Parlamento i problemi della categoria ed essere presa in considerazione politicamente grazie anche ai buoni negoziati della CGIL, con la quale stiamo stipulando un protocollo d’intesa: sappiamo tutti quale sia il peso specifico del più importante sindacato nazionale.
Ogni grande obiettivo passa attraverso un percorso: su questa strada sia i maestri che la CIT devono fare la loro parte. Non resta che incamminarsi verso il futuro.
Sentite cosa ne pensa il presidente della CIT Alberto Castellani: ‘Veniamo trattati da molti circoli come sott’operai, non ci viene riconosciuto alcun diritto, spesso ci cacciano da un giorno all’altro. I tentativi per svegliare la categoria degli insegnanti di tennis, per svegliare un senso di solidarietà con colleghi in difficoltà, per raggiungere traguardi minimi come la pensione, le ferie, l’assistenza sanitaria ed infortunistica, un contratto collettivo nazionale, il riconoscimento giuridico ecc. stanno a tutt’oggi naufragando. Vogliamo continuare così ? La CIT sta per entrare nel più grosso sindacato d’Italia che è la CGIL: è un momento storico ed epocale, non ci vuole molto a comprenderlo, bastano le nostre intelligenze. E’ il primo passo verso un riscatto ! Aderisci, dunque ! Abbiamo bisogno di te, maestro, per andare avanti. Altrimenti pazienza, tutto si sciglierà ed ognuno andrà da solo verso il proprio destino !’
La Confederazione degli insegnati di tennis è anche un’associazione che non ha altre entrate economiche, se non la quota annuale dei propri iscritti: pertanto sarebbe auspicabile che ciascun maestro versasse un piccolo contributo annuo di € 30 (socio ordinario) o € 40 (socio sostenitore), al fine di sovvenzionare tutta l’attività di segreteria che è molto onerosa.
Per richiedere il modulo d’adesione, per qualsiasi tipo di chiarimento o consulenza, per comunicare cambi d’indirizzo rivolgiti alla Segreteria:

Antonio Di Vita, Via Olona 31, 26100 Cremona
Tel: 329 – 9147640  cell.
Fax: 02 – 64166733
E – mail   AnthonyDiVita@libero.it

Il versamento della quota associativa, deve essere effettuato entro e non oltre il 30 Aprile 2008, tramite bonifico bancario intestato a:

CIT c/o Banca Unicredit, Conto corrente n° 29480033, ABI 02008, CAB 03020, CIN B – Causale: “Versamento quota anno 2008 insegnante di tennis CIT”