Il tennista norvegese ha parlato in conferenza stampa di alcuni problemi sul piano mentale che lo hanno afflitto nelle ultime settimane, e di come sia stato importante farsi aiutare da un esperto

Foto di Ray Giubilo

Casper Ruud sta provando a tornare protagonista nel circuito ATP, cercando di sfruttare nel migliore dei modi la stagione sulla terra rossa. L’ultimo periodo infatti non è stato dei migliori per il norvegese, che a Dallas a febbraio ha ritrovato la semifinale in un torneo ATP che mancava – ATP Finals escluse – addirittura dal Roland Garros dello scorso anno. Scivolato fuori dalla top 10, a Madrid sta mostrando un buon livello di gioco e deve ancora perdere un set nel torneo, e nel quarto di finale disputato ieri ha regolato Daniil Medvedev con il punteggio di 6-3, 7-5. Proprio nella conferenza stampa che ha seguito il match, Ruud ha raccontato di come nelle ultime settimane abbia sofferto di alcuni problemi anche dal punto di vista mentale, e di come si sia fatto aiutare da un professionista. “Penso che in questa vita bisogna essere onesti con se stessi quando qualcosa non funziona, e c’è bisogno di fare qualcosa per migliorarlo. Mi sentivo come se stessi correndo in una ruota da criceto che non portava mai da nessuna parte. Questa vita da tennista professionista è un po’ come una ruota da criceto che non si ferma mai. Voglio dire, tranne che per sei settimane a novembre, dicembre e poi si torna a Capodanno”.

Il peggio sembra essere alle spalle ormai, ma Ruud sottolinea come non bisogna mai dimenticare che c’è sempre la possibilità di fare ancora meglio. “Sentivo il bisogno di uscire da questa ruota per capire dove stavo andando, ma ora sono tornato e con una mentalità migliore. Anche ora che sto giocando bene, posso scegliere di migliorare ancora, magari mentalmente, oppure posso scegliere di migliorare il mio rovescio o il mio servizio. Quindi c’è sempre margine di miglioramento”.