Il numero uno al mondo ha fatto tappa in Danimarca prima di arrivare a Parigi, dove sono già iniziali gli allenamenti in vista del Roland Garros

Jannik si allena per la prima volta a Parigi e Vagnozzi e Cahill lo mettono in mezzo come due compagni di banco: «Ma chi te l’ha fatto quel succhiotto? Dai, che ti conosciamo…». Il giorno precedente grande allarme per il solito selfie altrui che ci aveva rivelato una imprevista tappa in Danimarca della Volpe, tre giorni prima l’affanno per capire se le voci su Carlos Moya come suo futuro coach – diffuse da un sito russo – erano fondate o no (no, non lo erano). Jannik Sinner per chi segue il tennis non è più un semplice atleta, ma un argomento quotidiano, un personaggio da cronaca e da gossip, fra inviti dal Papa e love-story vere o presunte. Gli appassionati duri e puri si sdegnano – invocando i tempi in cui ‘a parlare di tennis eravamo solo noi che lo facciamo da sempre’ -, la massa dei neofiti chiede aggiornamenti continui, si attacca ai social e a whatsapp per capire in tempo reale dove va, cosa fa, con ci si vede, cosa mangia il divo Jannik. Che fare, dunque? Stare dalla parte di Proust per cui le opere (anche tennistiche) sono tutto quello che dobbiamo sapere di un autore, o dalla quella di Saint-Beuve, che invece farciva la critica letteraria (ma anche tennistica, allarghiamoci) di aneddoti e notizie personali?
Forse dobbiamo semplicemente rassegnarci. Questo continuo ruscellare di selfie, video e notiziole assortite sul Number One rappresneta la tassa – Trump direbbe il dazio – che impone la celebrità quando diventa planetaria al tempo dei social (straordinari megafoni del nulla e del poco) e in fondo la conferma che il tennis è sempre di più uno sport amato e popolare, oltre che praticato. Credo vada benissimo così. Anche il gossip ha una sua storia antica e nobile (pensate al naso di Cleopatra) e se lo si maneggia con leggerezza e una robusta dose di ironia, senza trasformarlo in acido stalkeraggio, non può fare troppi danni. Chissà poi chi sarà, se esiste, la ‘Sirenetta’ danese di Jannik, chissà se è stata davvero una piccola fuga d’amore. Nel caso potremo decidere se c’è del macho, o magari del micio, in Danimarca. Senza prenderci troppo sul serio.

