“Ho consegnato l’ultimo lavoro poco fa, poi ci sarà una cerimonia virtuale per la laurea il prossimo 23 maggio”. Bianca Turati è pronta a chiudere il cerchio con gli studi in Sport Management alla Texas University di Austin e a dedicarsi a tempo pieno alla carriera da tennista professionista. Classe 1997 e tra le migliori giocatrici a livello NCAA, la tennista lombarda ha deciso di declinare l’offerta del College: “Hanno proposto ai senior di tornare per giocare alcuni tornei ma, dopo aver riflettuto molto, ho capito che il mio tempo lì era finito nonostante quattro anni indimenticabili”. Un’esperienza che non può non lasciare il segno, a maggior ragione se vissuta con la gemella Anna al suo fianco, anche lei tennista e studentessa in fisioterapia. Le due sorelle, dopo un’infanzia divisa tra sci e tennis, a 14 anni hanno deciso di abbandonare la neve scegliendo definitivamente la racchetta. “Credo di avere una mentalità più consona a questo sport, lo sci è molto più istintivo e non dava molto tempo per pensare – racconta Bianca a “Il Tennis Italiano” – Il nostro primo maestro è stato Maurizio Usuelli, ogni allenamento era diverso e divertente, persino sui pattini a rotelle. Poi, da quando abbiamo 11 anni, siamo seguite a Seregno da Alessandro Moroni che è ancora il nostro coach attuale. Da lui abbiamo appreso il duro lavoro per un atleta professionista”. Tifose dell'Inter (“Da piccole abbiamo pensato anche al calcio ma in Italia non c’erano grandi sbocchi per le ragazze”), le gemelle Turati sono state seguite per un anno anche da Piatti e Sartori a Bordighera. Bianca era nel box di Seppi durante la storica vittoria dell’altoatesino su Federer agli Australian Open. “Ricordo tutto di quella giornata, ogni tanto Massimo mi spiegava come avevano impostato la partita, mi mostrava le tattiche. Di Andreas ho un bel ricordo, è un ragazzo molto serio e gentile con chiunque, sempre disponibile a scambiare un saluto o una chiacchiera”. Visto lo splendido rovescio a una mano, perla rara tra le donne, Bianca è stata spesso accomunata alla Vinci. “Un grande onore, anche a me piace variare ritmo col back. Se tra gli uomini sono cresciuta con Federer punto di riferimento, tra le donne Roberta era una delle mie preferite. Non l’ho conosciuta di persona ma ho potuto palleggiare con lei per qualche minuto nel corso de “La Grande Sfida” a Milano nel 2012”.