L’ex capitano azzurro di Coppa Davis ha analizzato i progressi del giovane carrarino e ha alzato l’asticella

Foto Ray Giubilo 

A partire dallo scorso anno, Corrado Barazzutti ha accettato di affiancare Simone Tartarini per aiutare Lorenzo Musetti a compiere quel salto di qualità che tutti si aspettavano da un giocatore così talentuoso. L’ex capitano azzurro di Coppa Davis ha riconosciuto fin da subito l’enorme potenziale del giovane carrarino, che aveva bisogno soltanto di qualche aggiustamento dal punto di vista tecnico e mentale per emergere ad altissimo livello. Dopo un inizio di stagione un po’ sfortunato a causa di un infortunio, Lorenzo ha decisamente cambiato marcia dal torneo di Monte Carlo mostrando un’attitudine completamente diversa rispetto al passato. L’azzurro ha raggiunto la finale nel Principato e quel risultato ha alimentato la consapevolezza nei suoi mezzi e lo ha convinto di poter diventare un top player, anche grazie alla maturità acquisita da quando è diventato padre.

Musetti si è confermato anche al Mutua Madrid Open, dove ha raggiunto le semifinali nonostante le condizioni alla Caja Magica non siano le più adatte al suo tennis. La sua ‘run’ nella capitale spagnola si è fermata contro uno scatenato Jack Draper, ma Lorenzo non si è abbattuto e spera di fare ancora meglio agli Internazionali BNL d’Italia davanti al suo pubblico.

Nel frattempo, Barazzutti ha rilasciato una lunga intervista a ‘Il Corriere dello Sport‘ in cui ha analizzato l’ascesa di Musetti. “Lorenzo ha sempre avuto un potenziale notevole, non era un segreto per nessuno” – ha esordito Corrado. “Fino allo scorso anno, gli mancavano diverse cose sotto il profilo della costanza e della fiducia nei suoi mezzi. Riusciva a mostrare la sua miglior versione soltanto a sprazzi e noi o abbiamo aiutato a diventare più continuo. Musetti rientra nella lista di coloro che possono insidiare Jannik Sinner e Carlos Alcaraz in ottica futura, ha già fatto miglioramenti enormi e il suo tennis sta diventando sempre più concreto. Non c’è motivo per cui non possa ambire a diventare il migliore del mondo” – ha concluso Barazzutti.