L’ATP ha comunicato i migliori tornei della stagione 2016, eletti dai giocatori. Nei Masters 1000 continua il dominio del BNP Paribas Open, come continua a stupire il torneo del Queen’s nella categoria inferiore. Ma la vera sorpresa è il primato di Winston-Salem (pari con Stoccolma) negli ATP 250. Anche se nel North Carolina vantano un plus di spessore…Come confessato di recente dal direttivo del primo Masters 1000 della stagione, all’Indian Wells Tennis Garden non hanno alcuna intenzione di fermarsi. Hanno ingrandito l’impianto, stanno sistemando lo Stadium 1 e meditano sia di costruire un hotel in loco sia di realizzare un museo del tennis, sulla falsariga di quelli presenti a Wimbledon o al Roland Garros. Vien da chiedersi fin dove la fame del miliardario Larry Ellison possa spingersi, visto che lo status di torneo del Grande Slam non è in vendita, e nessuno degli altri Masters 1000 ha saputo tenere neanche lontanamente il passo del suo appuntamento. Miami è quello messo peggio, tanto da rischiare di perdere il posto a favore di Orlando, Roma e Montecarlo pagano impianti troppo piccoli, Madrid ha una struttura discutibile, Cincinnati e il Canada un appeal molto minore, per non parlare di Shanghai e Parigi-Bercy. E allora i migliori sono loro, con un divario organizzativo e di qualità nei servizi che stagione dopo stagione è diventato sempre più ampio. Lo conferma la vittoria per il terzo anno consecutivo dell’ATP World Tour Masters 1000 Tournament of the Year, il premio per il miglior torneo di categoria dell’annata appena conclusa, assegnato secondo le preferenze dei giocatori. Sono stati in tantissimi a dichiarare il proprio amore all’evento californiano, premiato per la prima volta nel 2014, dopo il debutto del nuovo Stadium 2. “Da giocatore – ha detto Tommy Haas, direttore dell’evento – capisco come mai sia stato nominato il migliore dell’anno. Ora, da membro dell’Indian Wells team, ho ancora più rispetto per le tantissime ore di impegno che l’intero staff del torneo dedica ai vari progetti, contribuendo a rendere il BNP Paribas Open uno dei migliori eventi sportivi al mondo. E speriamo di rendere ancora più indimenticabile l’edizione 2017”.IL QUEEN’S RISPONDE A BRENNWALD
Al tris di Indian Wells risponde il poker dell’Aegon Championships, l’ATP 500 del Queen’s Club di Londra, appuntamento che prima apriva la stagione sull’erba, mentre ora è collocato nella settimana centrale delle tre che precedono Wimbledon. L’appuntamento inglese è al suo quarto “award” consecutivo: due nella categoria ATP 250 nel 2013 e nel 2014, e altrettanti dopo la promozione a 500. Onestamente, continua a restare una mezza sorpresa, che premia molto probabilmente un’organizzazione impeccabile, in pieno stile british. Pur giocandosi in un impianto quasi interamente provvisorio, con spazi piuttosto contenuti, il torneo della Regina batte infatti costantemente la concorrenza di alcuni super appuntamenti del circuito, come Basilea, Rotterdam, Dubai o Pechino. Segno che qualche tempo fa, quando Roger Brennwald – direttore dell’appuntamento svizzero – ipotizzò quali potessero essere i “500” più meritevoli per un progetto (per ora solo suo) di promozione a una nuova categoria “750”, se n’è dimenticato uno di un certo spessore. “Essere eletti ogni anno dai giocatori – ha detto il direttore del torneo Stephen Farrow – è qualcosa da celebrare, ma questa volta è ancora più soddisfacente. Il meteo nel 2016 ci ha imposto un sacco di sfide, ed è un grande merito di tutte le persone coinvolte nel torneo se siamo comunque riusciti a produrre un evento che è piaciuto ai giocatori. Speriamo di guidare un appuntamento ancora migliore nel 2017, con più persone in grado di seguire il torneo rispetto a prima”. Farrow allude all’ampliamento del Campo Centrale, che aumenterà la sua capacità del 30%, con oltre 2.000 posti a sedere in più.WINSTON-SALEM RINGRAZIA… L’AEREO?
Da due conferme a due novità, che si dividono il successo fra gli ATP 250. Da una parte l’evento di Stoccolma, dall’altra quello di Winston-Salem. È la seconda volta consecutiva (lo scorso anno furono Doha e San Pietroburgo), e quinta dall’istituzione del premio nel 1986, che capita un ex-aequo ed è curioso che arrivi fra due tornei diversi in tutto e per tutto. Il primo è in Europa, il secondo negli Stati Uniti. Il primo al coperto, il secondo all’aperto. Il primo con tabellone a 32, il secondo a 48. Il primo taglierà nel 2018 quota 50 edizioni, il secondo è appena a sei. Eppure, festeggiano insieme un traguardo che a suo modo è il più difficile da conquistare, vista la concorrenza molto più numerosa rispetto alle altre categorie. Le preferenze raccolte da Stoccolma non sorprendono, visto che come accennato si tratta di uno degli appuntamenti storici del circuito ATP, mentre fa notizia il gran risultato del torneo di Winston-Salem, ultima tappa delle Us Open Series, conquistate quest’anno da Kei Nishikori. Quello del North Carolina, infatti, è uno degli appuntamenti che si giocano nelle settimane immediatamente precedenti a un torneo del Grande Slam, che proprio per questo i big disertano regolarmente e tutti gli altri utilizzano soprattutto in preparazione dello Us Open. Eppure, quest’anno al Wake Forest Tennis Complex hanno saputo fare le cose in grande, andando a prendersi un gran bel riconoscimento. “Questo premio – ha detto il direttore del torneo – arriva grazie all’incredibile impegno non solo dello staff del torneo, ma anche di tutti i volontari che lavorano per rendere il nostro torneo e la nostra città un posto ideale per i giocatori per preparare lo Us Open”. In realtà, il suo torneo ha un plus di spessore dettato dalla presenza di un servizio unico: visto che la finale termina solamente poche ore prima del via dell’ultimo Slam della stagione, già da qualche anno i due finalisti hanno diritto a un jet privato, messo a disposizione dagli organizzatori, che li accompagna nella Grande Mela. Probabilmente, al momento di votare, Carreno Busta e Bautista Agut non hanno avuto dubbi.
IL CALENDARIO ATP DEL 2017
Circa l'autore
Post correlati
Sinner è come Marco Polo, in Cina copieranno da lui
Il numero uno esporta il Made in Italy anche sulla via della Seta. E può ispirare le nuove generazioni...