La romagnola supera con agio Francesca Schiavone nella sfida tra le più forti italiane di sempre. Sarita cresce match dopo match, ma ha bisogno di battere una top-10. Adesso Garcia o Kirilenko.
Di Riccardo Bisti – 7 maggio 2014
I risultati parlano chiaro. Francesca Schiavone e Sara Errani sono le due più forti tenniste italiane di tutti i tempi, con buona pace delle altre, a partire da una Flavia Pennetta che segue non troppo distante. Ma loro hanno fatto di più negli Slam, così come nella classifica WTA (4 per Francesca, 5 per Sara). Per questo c’era grande attesa per il derby madrileno, secondo scontro diretto di una rivalità che non c’è mai stata, vuoi per questioni anagrafiche (la Schiavone è del 1980, la Errani del 1987), vuoi perchè si erano affrontate appena una volta. Tre anni fa, sempre a Madrid, vinse la Schiavone in tre set. Stavolta non c’è stata partita: 6-3 6-1 per la Errani e cabala che si mette in moto: nel 2011, quella vittoria diede il là a un ottimo Roland Garros per la Schiavone, finalista per il secondo anno consecutivo. Sarita e i suoi sostenitori si augurano che possa ripetere i grandi exploit dell’anno scorso, quando centrò tre semifinali consecutive nei super-tornei sul rosso: Madrid, Roma e Parigi. Siamo convinti che ci metterebbe la firma. La buona notizia è che Sara sta crescendo, match dopo match, sul piano della fiducia e della sicurezza nei propri mezzi. E’ quello che ci vuole, giacchè i risultati del 2014 non sono di così grande qualità. Il dibattito sul presunto “calo” della Errani non ci riguarda: i risultati sono discreti, ma se andiamo a pesare le vittorie ci accorgiamo che non ha registrato veri exploit, perdendo 7 delle 11 partite giocate contro le top-30. Un po’ poco, per una ragazza che ha centrato il Masters per due anni di fila, fatto unico nella storia del tennis italiano.
SARA A CACCIA DELL'EXPLOIT
La terra battuta le dà un pizzico di convinzione in più. I risultati arrivano con più facilità, anche se l’avversaria è una ex campionessa Slam, per quanto uscita dalle top-60. Sara ha condotto dalla prima all’ultima palla, brekkando la Schiavone in avvio e mantenendo il vantaggio per tutto il primo set, anzi confermandolo con un secondo strappo nel nono game. Ancora più facile il secondo, dove subiva l’unico break ma non concedeva altro a una Schiavone un po’ sciupona. Sarebbe scorretto definire “in disarmo” la milanese, nel senso che ha provato a giocarsela ma ha commesso troppi svarioni sotto rete, come se mancassero alcuni pezzi al puzzle del suo tennis. Non c’è mai stato il dubbio su chi avrebbe stretto la mano da vincitrice, anche perchè la Errani ha tenuto percentuali inedite con il servizio (71% sia con la prima che con la seconda). Adesso ha una buona chance per spingersi nei quarti. Attende la vincente del match tra Maria Kirilenko e Caroline Garcia. La classifica farebbe pensare alla russa (con cui la Errani conduce 5-1 nei precedenti), ma è certamente favorita la francese, che a suon di risultati si sta togliendo di dosso l’etichetta di “quella che Murray aveva predetto come futura numero 1”. Un dato su tutti: è reduce da 10 vittorie consecutive. Ha vinto il primo titolo WTA a Bogotà, ha guidato la Francia a un bel successo in Fed Cup (contro gli Stati Uniti) e ha già vinto tre match alla Caja Magica, qualificazioni comprese. Per la Errani sarebbe un ottimo test, anche perchè nei quarti ci sarebbe un match molto affascinante contro un’avversaria di livello (Wozniacki, Kuznetsova o Radwanska). Forse ci stiamo spingendo troppo in là, ma sarebbe auspicabile una sfida alla polacca. Sara ha bisogno di togliere lo zero dalla casellina delle vittorie contro le top-10. Arrivare a Roma con qualche scalpo importante sarebbe fondamentale, al di là dei punti che la vedono pur sempre a ridosso delle top-10.
WTA PREMIER MANDATORY MADRID – TABELLONE
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