Il numero 1 del mondo ha analizzato il suo debutto in Ohio, dove ha sconfitto Galan con una prestazione ai limiti della perfezione

Tutto estremamente facile per Jannik Sinner nel suo primo match al Masters 1000 di Cincinnati. Il numero 1 del mondo – alla sua prima apparizione in campo dopo il trionfo a Wimbledon – ha ritrovato il suo habitat naturale, la superficie su cui è in grado demolire qualsiasi avversario. A farne le spese ieri è stato il povero Daniel Galan, battuto in meno di un’ora e vittima impotente dello show del fuoriclasse azzurro. Il quattro volte campione Slam non avrebbe potuto sfoderare una prestazione migliore al suo rientro nel circuito, dopo essersi preso circa un mese di pausa per ricaricare le pile e allenarsi bene in vista di una parte di stagione molto importante. Il 23enne italiano vuole difendere il titolo sia a Cincinnati che agli US Open, oltre a cercare di respingere l’assalto di Carlos Alcaraz che minaccia la sua leadership nel ranking ATP.
In conferenza stampa, Sinner ha confidato di essere davvero soddisfatto del livello espresso contro Galan: “Sono molto felice di essere tornato qui e di aver giocato un ottimo tennis. Non è mai semplice affrontare un giocatore proveniente dalle qualificazioni, ma credo di essermela cavata bene e vedremo cosa succederà al prossimo turno. Il caldo? Ormai ci sono abituato, l’anno scorso abbia svolto al preparazione invernale a Dubai e le temperature erano davvero elevate. Stiamo valutando di ripetere l’esperienza lì oppure a Doha, ma bisogna considerare che giocare con temperature troppo alte non è sempre un toccasana per il fisico. In ogni caso, ho imparato ad affrontare ogni tipo di condizioni.”
Il numero 1 del mondo sta continuando ad indossare il manicotto già utilizzato a Wimbledon: “Mi sembra che l’impatto con la pallina sia leggermente diverso e oserei dire migliore. Non indosso nulla soltanto per motivi estetici, lo faccio perché mi sento a mio agio e ritengo che sia utile. Ho provato anche un manicotto nero, ma con quello bianco non ho problemi nonostante il grande caldo.” In ultima analisi, l’azzurro ha parlato dei suoi allenamenti prima di arrivare in Ohio: “Sono rimasto dieci giorni senza toccare la racchetta dopo Wimbledon, anche perché ero reduce dalle fatiche al Roland Garros e ad Halle. Quando mi sono sentito mentalmente pronto, ho ripreso ad allenarmi e non mi sono più fermato. Ci sono state giornate molto intense in cui ho alternato tennis, preparazione atletica e fisioterapia. È stato l’ideale per me.”