Lo statunitense, approdato nei quarti di finale del Masters 1000 di Toronto si aggiunge alle polemiche sulla durata degli eventi ATP

Venendo a capo di una partita difficile, Ben Shelton alla fine ce l’ha fatta a rispettare i favori del pronostico riuscendo a superare al tie-break del terzo set Flavio Cobolli per approdare ai quarti di finale del National Bank Open, il Masters 1000 che si sta disputando sul cemento di Toronto. Lo statunitense sarà ora impegnato contro Alex De Minaur e alla vigilia della sfida si è aggiunto anche lui al coro di chi critica la durata di alcuni tornei. “Ci sono sempre più tennisti capaci di eliminare chiunque nei primi turni, quindi bisogna essere molto concentrati ogni settimana dell’anno fin dall’inizio – ha spiegato -. La competitività è molto alta nel tour ed è tutta una questione di costanza. Sono migliorato molto su tutte le superfici, ma è vero che in questo tour mi sento particolarmente a mio agio perché ho passato tutta la vita a giocare su questo tipo di campi e con queste palline, affrontando il caldo, l’umidità“.
Lo statunitense ha spiegato: “Per quanto il mio tennis si adatti molto bene a queste condizioni calde e umide, non giocare in un contesto come questo tutto l’anno può richiedere molto tempo per abituarsi. La scorsa settimana sono andato a Washington per ciò che questo tour significa per me, ma ero molto stanco fisicamente e mentalmente. Pensavo che se fossi riuscito a giocare qualche partita, ne avrei visto i vantaggi questa settimana qui, ed è quello che è successo. È difficile competere in eventi di due settimane perché il giorno di mezzo ti toglie il ritmo. Questo fa calare il livello di gioco; ne parliamo tutti nello spogliatoio. Quando gareggi due o tre giorni di fila, acquisisci un ritmo costante e più fiducia nel tuo gioco“.