Sono 32 le scommesse illecite che vengono imputate a Reitano tra il maggio 2018 e il 2022, oltre ad alcuni messaggi che avrebbero avuto lo scopo di “promuovere” il gioco

Una nota ufficiale comparsa sul sito dell’ITIA ha portato alla notizia: il tennista italiano Stefano Reitano è stato squalificato per sette mesi e multato di 7.500 dollari per aver scommesso su 32 partite di tennis tra il maggio del 2018 e l’aprile del 2022. A suo carico c’era anche un secondo provvedimento relativi ad alcuni messaggi inviati nel 2023 per ‘promuovere’ il gioco d’azzardo, messaggi rivolti a un ex giocatore (di cui, ovviamente, non è stato fatto il nome). Dopo aver ricevuto la notizia del procedimento a suo carico lo scorso 28 aprile, Reitano ha chiesto che l’intera vicenda fosse giudicato da un arbitro, tecnicamente definito Anti-Corruption Hearing Officer (AHO), nella fattispecie nella persona di Jeffrey A. Mishkin. La richiesta dell’ITIA era di 7 mesi e 15 giorni, oltre a 10.000 dollari di multa, e al termine del procedimento la condanna elaborata da Mishkin è piuttosto vicina.
A complicare la posizione di Reitano è stato anche il fatto di avere, in un primo momento, negato di aver scommesso sul tennis. Prima di ricevere l’avviso formale lo scorso aprile, il giocatore azzurro aveva avuto due colloqui datati 29 aprile e 19 dicembre 2024 e proprio in quel contesto aveva negato di aver mai scommesso sul tennis. La condotta di Reitano non nasconde tentativi di corruzione, e dietro alle sue azioni c’è solamente una dose abbondante di ingenuità nell’aver violato regole di cui era ben a conoscenza (e senza neanche trarre chissà quale guadagno, un totale di 886,92 euro e con giocate fino a un massimo di 150 euro a scommessa).
Reitano è stato al massimo numero 854 a livello ATP in singolare e 484 in doppio e attualmente è classificato 2.2. A conti fatti a creare un danno maggiore non è tanto la squalifica in sé – che terminerà il 15 febbraio 2026 – ma il sostenere le spese relative alla multa, tanto che il piemontese aveva chiesto di scontare la pena attraverso iniziative educative promosse dall’ITIA contro il gioco d’azzardo, richiesta che però non è stata accolta.