Renzo Furlan, da lunedì 30 giugno al commento di Wimbledon per Sky, ci parla delle chance dei giocatori italiani a Church road e non solo…

Raggiungo telefonicamente Renzo Furlan dopo una sessione in campo. Nel pomeriggio è circolato il rumours su una sua collaborazione con Tyra Grant, quindi domando: si può ufficializzare?
“No, c’è stato un contatto e ci siamo dati delle settimane di prova, da qui fino a settembre, poi mi prenderò del tempo per decidere. Volevo conoscerla meglio. Non doveva saperlo nessuno, ma oggi mi hanno chiamato in venti…”.
Renzo, ex 19 Atp, coach di grande esperienza, per dieci anni al fianco di Jasmine Paolini, ora nel ruolo di commentatore Sky, è in partenza per Wimbledon (trasmesso in esclusiva su Sky e NOW, e continuerà a esserlo anche per il quadriennio 2027-2030). Il gioco dei pronostici è sempre un azzardo, ma a pochi giorni dal torneo cerchiamo di cogliere umori, sensazioni, spunti tecnici da chi veramente se ne intende.
Sinner e Alcaraz, i due grandi rivali. Abbiamo assistito a una finale straordinaria a Parigi, l’erba chi favorisce tra i due?
Jannik sull’erba non dovrebbe avere rivali a parte Alcaraz, è lui quello che esprime il tennis migliore sul verde negli ultimi anni. Ha vinto il Queen’s e due Wimbledon. L’altro immediatamente vicino a lui è Sinner. A prescindere dalla superficie, sono sono una spanna sopra tutti.
Quante possibilità ha Djokovic di vincere l’8° Wimbledon e pareggiare Federer?
Non tantissime, ma se dovessi dare 4 favoriti lui è uno dei 4, dopo i due fenomeni. Metterei Nole e Draper come quarto, che secondo me ha un potenziale spaventoso.
I 3 più grandi “disturbatori” di questa edizione?
Scelgo Fritz, Rune e Fonseca, anche se è ancora giovane.
Non Bublik?
Non penso possa essere così pericoloso, lo ritengo un giocatore da “fiammate”. E quest’anno c’è già stata.
L‘Italia ha una grande squadra. Musetti rientra da un infortunio, difende la semifinale ma sarà tra le prime 8 testa di serie: sarà superiore il vantaggio di classifica o la pressione?
Non credo senta tanto la pressione di dover difendere la semifinale, perché non cambierebbe molto la classifica. Non l’ho messo tra i favoriti solo perché ha ripreso da pochi giorni ad allenarsi. L’anno scorso ha fatto una semifinale arrivando da una finale al Queen’s, era in forma, ora invece arriva da un infortunio che si è rivelato più grave del previsto. Sicuramente starà bene fisicamente, ma non ha quelle partite alle spalle da potergli garantire di essere tra i favoriti. Però il fatto di essere tra le prime 8 testa di serie è importante, perché fino ai quarti non trovi i primi del mondo.
Arrivati a questo punto, il salto ulteriore di Lorenzo dipende da questioni tecniche o altro?
Lorenzo ha trovato un’espressione di gioco migliore, è molto più incisivo, più aggressivo, non si “siede” più sul suo talento. Lo vedo più consistente ma anche molto più focalizzato sull’essere un giocatore aggressivo. Ha le idee molto più chiare, penso che la sua ulteriore evoluzione dipenda dal mantenere questa idea, che è legata soprattutto alle strategie giornaliere. Ha maturato una coscienza superiore, ora riesce a esprimere molto meglio il suo potenziale. Facendo un paragone con una macchina, riesce a scaricare a terra molta più potenza di prima. Deve continuare su questa strada, ma è una questione legata soprattutto al suo pensiero. E dev’essere un pensiero che si alimenta di continuo.
Wimbledon è il torneo di Matteo Berrettini, purtroppo di nuovo alle prese con un infortunio: è la sua ultima chance per un acuto?
Non credo, Matteo sta facendo vedere un po’ troppe incognite, questo fisico troppo bersagliato da infortuni non è normale. A questo Wimbledon si presenta con zero partite alle spalle, può essere un male perché deve esordire senza partite nelle gambe o un bene perché arriva carico di energie. Se è in forma fisicamente, perché ha gestito questi tempi per consolidare la sua guarigione fisica, lui le energie le ha, sa giocare e ha esperienza da vendere ma non credo sia l’ultima chance. Ha ancora anni buon da poter esprimere, a patto che sia motivato e riesca a sistemare i malanni fisici. Dominano le incognite, dare un giudizio su Matteo è difficile. Mi dispiace per lui perché credo abbia ancora tanto da dare e quando lo vedo in campo lo vedo sempre estremamente motivato.
Parliamo del torneo femminile: nessuna delle attuali top ten ha mai vinto Wimbledon. La vincitrice di quest’anno rientra tra loro o sarà un outsider?
Ci sono certe giocatrici in credito con Wimbledon e secondo me la vincitrice quest’anno arriverà da lì. Mi riferisco a Sabalenka, alla stessa Swiatek, che ha vinto Wimbledon da junior, a Jasmine che l’anno scorso ha perso in finale per un niente, alla Gauff che finora ha sempre tradito le aspettative. E’ vero che la platea di pretendenti è molto più ampia rispetto al maschile. Nel maschile due giocatori stanno scrivendo la storia e mettendo un mare tra sé e gli altri, nel femminile sono una quindicina che potrebbero vincere.
Una fuori dalla 10 è la Vondrousova, la più pericolosa in assoluto. Ha veramente un talento straordinario, l’ho sempre vista insieme a Madison Keys una giocatrice che doveva stare fissa tra le prime 5.
Jasmine Paolini difende la finale, pensi possa ripetersi? O addirittura superarsi?
E’ d’obbligo metterla tra le favorite, sull’erba sa interpretare un tennis notevole. Ha imparato a servire molto bene, ha migliorato molto la posizione a rete, la volée. E’ molto più cosciente dei suoi mezzi. Ha tutte le carte in regola per vincere Wimbledon. Sull’erba Jasmine ha armi notevoli, è quella che si muove meglio e questo non è da sottovalutare.
Tu che l’hai conosciuta bene, qual è la migliore superficie per lei?
Direi una superficie rapida, le piace molto il cemento indoor, anche un outdoor non troppo lento. Ma è una giocatrice estremamente completa, ha vinto Roma su terra, l’anno scorso Dubai sul rapido, ha fatto finale a Wimbledon e Parigi, se è in forma fisicamente è una di quelle che si muove meglio in assoluto, sa giocare bene a tennis e diventa difficile da battere. Si è evoluta tantissimo: nasce come giocatrice monocorde, tirava molto forte ma giocava un solo tipo di palla, ora sa giocare le rotazioni, sa difendere, sa prenderti in velocità, sa variare il ritmo, ha migliorato servizio, risposta, tecnicamente non ci sono giocatrici più forti di Jasmine, ci sono quelle che possono avere più potenza, ma non sono migliori tecnicamente.
E’ girato nei giorni scorsi un video in cui Sinner si allena con Sabalenka. Non è la prima volta che Jannik si allena o riscalda con una donna (al Roland Garros con la Boisson). E’ un’usanza comune tra i top player condividere il campo con una donna o una novità?
Non è un’usanza comune ma può capitare, quando non devi fare un allenamento estremamente intenso puoi giocare con una donna. Sabalenka ha una bellissima palla, estremamente veloce, ci si può allenare bene. Vedrei invece difficile un allenamento sugli spostamenti. Certi lavori sulla consistenza, sul palleggio da fondo funzionano, ma non è una cosa comune.