Nona sfida tra l’azzurro e il serbo nel penultimo atto del Roland Garros. Jannik corre per la quarta finale Major, la prima a Parigi; Nole per la 38esima, l’ottava parigina

Foto di Ray Giubilo

Jannik e Novak si sfideranno per un posto in finale. Uno scontro che, al di là dell’altissima posta in gioco, racchiude un significato ancora più profondo. Prima o poi i fuoriclasse ritornano sempre, siano essi giovani o più “stagionati”, e, chiunque vinca la partita, l’uno avrà spinto l’altro oltre il limite. Sinner, 23 anni, tre Slam in bacheca, è in vetta al ranking; Djokovic, ex n. 1 del mondo per ben 428 settimane e la bellezza di 24 Slam, ora è n. 6 ma, in realtà, a prescindere dalla posizione attuale, può essere sempre considerato un numero 1. Imprese titaniche e record pazzeschi lo hanno trasformato in leggenda e, a 38 anni, vuole ancora dire la sua nei tornei più prestigiosi. Sinner è la stella del presente e del futuro, sempre più solido, più consapevole, più completo, più tutto. Djokovic è il più vincente di sempre, che non si accontenta del presente e ha ancora fame di futuro…

La sfida in semifinale a Porte d’Auteuil sarà il loro nono scontro diretto (cinque sul duro, due su erba e uno sulla terra) ed entrambi ne hanno vinti quattro. Sinner, in particolare, si è imposto le ultime tre volte: la finale di Shanghai 2024, la semifinale dell’Australian Open 2024 e l’incontro di semifinale di Coppa Davis, nel 2023. Questo è ovviamente significativo perché mette in luce la dominazione sul serbo nell’ultimo anno e mezzo. Dominazione netta anche nella continuità dei match vinti dall’anno scorso: infatti, dallo US Open 2024 Jannik ha conquistato 18 incontri di fila negli Slam e, dallo scorso torneo di Cincinnati, ha vinto 45 partite a fronte di sole due sconfitte con Alcaraz (Pechino 2024 e Roma 2025). Il quarto successo con Djokovic è avvenuto al round robin delle Nitto ATP Finals 2023, prima che Novak lo sconfiggesse in finale. In precedenza, Nole si era imposto a Wimbledon nel 2023 (semifinale), nel 2022 (quarti) e a Montecarlo nel 2021. Le vittorie di Jannik si sono registrate tutte sul duro mentre quelle di Nole su terra, erba e cemento.

L’azzurro corre per la quarta finale Slam, la prima a Parigi; Djokovic punta alla 38esima finale major, l’ottava a Porte d’Auteuil; Sinner ha vinto tutte e tre le finali major giocate, Djokovic vanta il record assoluto di 24 Slam e ha disputato altre 13 finali. Si tratta della semifinale Slam n. 6 per Sinner (supera Pietrangeli, a 5), la seconda al Roland Garros; è invece la semifinale Slam n. 51 per Djokovic, la 13esima a Porte d’Auteuil. È la sesta partecipazione agli Internazionali di Francia per Jannik, la 20esima per Novak.

L’unico scontro sul rosso è avvenuto, come detto, nel 2021, annata storica per il serbo in cui era più che mai RoboNole, l’anno in cui solo Daniil Medvedev ha saputo fermarlo in un major (US Open) negandogli così il Grande Slam. L’azzurro, nel frattempo, ha compiuto un percorso da fenomeno e oggi sta dominando il tennis mondiale. Il 2024 è stato il suo anno d’oro, con due successi major, la vittoria alle ATP Finals, il secondo trionfo in Davis e la prima posizione in classifica (solo per citare i risultati più prestigiosi), raggiunta esattamente un anno fa sui campi di Parigi. Nel 2025, nonostante il periodo difficile per il caso Clostebol, si conferma ancora il più forte all’Australian Open. Non solo. Dopo i tre mesi di stop, ritorna e raggiunge la finale a Roma.

Per Djokovic, invece, è stato un 2024 dai due volti: infatti, anche se ha vinto soltanto un titolo, ha compiuto un’impresa storica conquistando a 37 anni il tanto agognato oro olimpico, unico sigillo che mancava ad un palmares mostruoso. L’inizio del 2025 non brilla: perde in semifinale all’Australian Open (torneo vinto 10 volte!); esce subito a Doha e a Indian Wells; si fa sorprendere dall’outsider Mensik in finale a Miami e perde al primo turno a Montecarlo e Madrid; salta Roma per poi conquistare, finalmente, il primo trofeo stagionale a Ginevra, il 100esimo in carriera. La crisi sembra superata, il benessere ritrovato e, a Parigi, lo sguardo è di nuovo feroce. Nole giunge in semifinale senza soffrire più di tanto grazie alle vittorie contro McDonald, Moutet, il qualificato Misolic, Norrie e il n. 2 del mondo Zverev, concedendo in tutto solo un set al tedesco. Sinner, dal canto suo, fa ancora meglio e, in modalità rullo compressore, estromette Rinderknech, Gasquet, Lehecka, Rublev e Bublik senza mai perdere un set.

I 15 anni di differenza tra i due fanno sì che, ovviamente, il divario dei loro numeri sia enorme, anche se in realtà Djokovic stacca in ogni modo tutti gli avversari, compresi gli altri magnifici tre. Una differenza d’età che, invece, in questo incontro, rischia di pesare per il serbo nonostante la sua fibra “bionica”. Riuscirà Nole a resistere a lungo al ritmo forsennato di Sinner? Una delle difficoltà imposte dall’azzurro è l’aumento dell’intensità negli scambi prolungati; i tre set vinti da Novak con Zverev sono stati impeccabili ma, a 38 anni, in questa fase del torneo la stanchezza fisica e mentale potrebbe farsi sentire eccome. Sinner, all’immagine di Djokovic, è un campione completo, sa esattamente come e quando alzare il livello e come e quando usare le variazioni. Entrambi sono maestri nell’offensiva, sia da fondo che in avanzamento; per non parlare della smorzata, soluzione preziosa per Jannik, e da sempre amatissima dal serbo che, del resto, l’ha sfoderata tantissime volte contro Zverev. E poi la resilienza: ciascuno, nel proprio stile, ne è il simbolo. Non possiamo che aspettarci, sulla carta, una partita difficile e lottata. Sinner la volpe è favorito ma attenzione a quel volpone di Djokovic che ha dimostrato tante volte di avere sette vite come i gatti.