La numero uno al mondo si prende una vittoria importantissima, non soltanto in ottica Roland Garros ma anche nell’affermarsi come prima forza nel tennis femminile

Foto Ray Giubilo

Dopo 26 partite consecutive dove aveva sempre vinto, Iga Swiatek cade sul Philippe Chatrier e per la prima volta dal 2021 non disputerà la finale del Roland Garros! Aryna Sabalenka si impone con il punteggio di 7-6, 4-6, 6-0 in due ore e venti di gioco, nella giornata di sabato giocherà la sua seconda finale Slam dell’anno – la sesta in carriera – contro una tra Lois Boisson e Coco Gauff. Tanti colpi di scena in un match che nei primi due set non ha visto nessuna delle due giocatrici primeggiare in campo, complice un rendimento altalenante al servizio e le difficoltà da parte di entrambe di trovare le giuste contromisure. Nel terzo set però Sabalenka è riuscita a organizzare al meglio il suo tennis, trovando il giusto equilibrio tra potenza e precisione, con la Swiatek che non è più riuscita a trovare punti di riferimento in campo.

Un match difficile da interpretare, e che non presenta alcuna chiave tattica ben definita. La confusione in campo si riflette nel numero di break realizzati nel corso del primo parziale: ben 8, su un totale di dodici game disputati. E pure Sabalenka avrebbe avuto le occasioni per prendere in mano il parziale e risolverlo in suo favore piuttosto agilmente, mancando tre palle del possibile 4-0 e due palle del 5-1, con Swiatek che in entrambi i casi ha saputo uscire dalle sabbie mobili. La potenza dei colpi della bielorussa sono stati in parte disinnescati dalla buona posizione in campo della polacca, che spesso è riuscita a trovare il vincente senza muoversi troppo. Giunti al tie-break è la Sabalenka a operare un decisivo strappo, conquistandolo per sette punti a uno e vincendo un set che nonostante i primi game è stato tutto sommato in equilibrio. Nessuna delle due giocatrici è andata oltre il 65% di punti vinti con la prima, e i 37 non forzati complessivi a fronte di “soli” 31 vincenti fotografano un set che non ha brillato per qualità espressa.

La sensazione avuta nel primo parziale che qualcosa potesse cambiare si è concretizzata nel secondo, che ha visto la Swiatek salire prepotentemente in cattedra. La polacca è riuscita ad uscire avanti 2-1 e servizio da una serie di tre break consecutivi nei primi tre game dell’incontro, vantaggio che è riuscita poi a conservare fino in fondo senza che ci fossero altre occasioni di break da una parte e dall’altra. La capacità di giocare su questa superficie inizia a favorire in maniera importante Swiatek, che salvo rare eccezioni riesce ora a leggere molto meglio le scelte tattiche dell’avversaria. Il parziale si conclude per 6-4 in favore della campionessa in carica, che ha alzato la percentuale di prime in campo (si è passati dal 54% al 76%) e ha ridotto di quasi la metà il numero dei non forzati.

Quando l’inerzia del match sembrava essere totalmente a favore della polacca, ecco che a sorpresa c’è stato un ulteriore cambio di prospettiva e il terzo set si è giocato a senso unico a favore di Sabalenka. Se da un lato la numero uno al mondo ha mostrato tutto il suo strapotere fisico – che può essere devastante se giocato senza voler strafare – dall’altro Swiatek è letteralmente crollata con il rendimento al servizio: solo il 43% di punti vinti con la prima (3/7) e addirittura lo 0% con la seconda (0/8). Il risultato non può essere che un rotondo 6-0 con cui la numero uno al mondo si va a prendere la prima finale al Roland Garros, in assoluto la prima finale Slam che la bielorussa gioca fuori dal cemento.