Soddisfatta l’azzurra dopo i successi in singolare e in doppio al Roland Garros

Foto di Ray Giubilo

PARIGI – Per una campionessa, per la numero 4 del mondo, essere pignoli è un pregio o un difetto? La sincerità di Jasmine Paolini la fa propendere per la seconda ipotesi. «Secondo il mio preparatore sono proprio una bella rompipalle. Non gliene faccio passare una… però sì, a volte sono troppo pignola, forse è il mio peggiore difetto, o almeno è quello che mi viene in mente ora». La ventinovenne campionessa toscana, in serie positiva da otto partite, ha superato Tomljanovic senza i patemi del debutto (poi ha fatto il bis in doppio) e venerdì sfiderà una qualificata, la venticinquenne ucraina Juliia Starodubtseva, numero 81 del ranking, per la prima volta al terzo turno di uno Slam. «Ci siamo allenate insieme una volta, un anno fa – dice Jasmine – non la conoscevo. Mi sembra di ricordare una tennista potente, che gioca bene. Sono contenta del mio tennis, ho giocato meglio rispetto al primo incontro. Sto cercando di non pensare ai punti in scadenza della finale di un anno fa, non è facile ma devo restare positiva. Il mio livello di gioco è buono, a Roma l’ho dimostrato, devo continuare così, una partita alla volta».

Oggi ha riassaporato il campo Centrale, dove un anno fa fu finalista. «Sicuramente rispetto al 2024 ho delle sensazioni differenti perché ci ho giocato diverse partite durante il torneo e dopo durante i Giochi, mentre in passato non ci ero mai entrata. Ho ricordi bellissimi e sono felice di essere di nuovo a Parigi, davanti a questo pubblico che fa anche un po’ il tifo per me. Oggi le condizioni erano più lente e la palla rimbalzava meno, ma questo è un campo stupendo e mi piace giocare con il tetto chiuso».
Cobolli ieri ha detto di rilassarsi giocando a Lupus, quale è la valvola di sfogo di Jasmine a Parigi? «Lupus lo conosco, ci ho giocato con Flavio all’ultima United Cup. Qui preferisco il burraco, ma mi sembra di avere sempre poco tempo…».