La leggenda spagnola non ha mai avuto dubbi sull’innocenza del fuoriclasse azzurro e continua a difenderlo pubblicamente

Rafael Nadal – che ha concluso la sua carriera professionistica alle Davis Cup Finals lo scorso anno – si sta preparando per ricevere un emozionante tributo al Roland Garros domenica 25 maggio. Quello stesso omaggio che il 14 volte campione di questo torneo non aveva voluto nel 2024, perché era convinto che la sua carriera potesse andare avanti per un’altra stagione.
L’ex numero 1 del mondo sarà il principale protagonista di una cerimonia molto attesa sul Philippe Chatrier, dove ha scolpito buona parte della sua leggenda siglando una miriade di record che difficilmente verranno mai battuti. Il 22 volte campione del Grande Slam ha trionfato per l’ultima volta a Parigi nel 2022, rendendosi autore di una cavalcata spaziale nonostante avesse un dolore atroce al piede. Quella è stata l’ultima grande impresa della sua leggendaria carriera.
Rafa ha concesso una lunga intervista a ‘L’Equipe‘ pochi giorni prima del tributo in suo onore al Roland Garros e ha toccato diverse tematiche, incluso il controverso caso doping che ha visto Jannik Sinner come protagonista. L’ex campione spagnolo aveva sempre difeso l’attuale numero 1 del mondo ed è rimasto fedele alla sua idea iniziale anche in questa circostanza.
“Sono assolutamente certo che Jannik non abbia mai avuto intenzione di imbrogliare, ci scommetterei la vita” – ha esordito Rafa mettendo subito le cose in chiaro. “Quando succedono queste cose c’è sempre tanto rumore e non è un bene per il tennis, ma io mi fido di Jannik e credo che abbia passato un bruttissimo periodo. Al tempo stesso, mi fido anche della giustizia e non penso che Sinner abbia ricevuto un trattamento diverso rispetto ad altri atleti soltanto perché è il numero 1 del mondo. Il sistema dei controlli antidoping è molto rigido e severo, io lo so bene essendo stato nel tour per molti anni, quindi bisognerebbe avere tutte le informazioni prima di parlare.” Una chiara stilettata verso tutti coloro che hanno espresso la loro opinione senza aver letto bene le carte del processo.