NIENTE ATTIVITA' JUNIOR
Kicker viene da Merlo, quartiere dignitoso di Buenos Aires. Non è ricco come Palermo, ma non è neanche malfamato. Papà Ricardo era un maestro ed era proprietario di un club, il cui nome tradisce le chiare origini tedesche (Kicker Klub Haus). Normale che iniziasse a 5 anni, anche se vedeva il tennis solo come un hobby. Da buon argentino giocava anche a calcio (è un tifoso del Velez Sarsfield) e faceva nuoto. “Poi è stato complicato prendere tutto sul serio, perché io vedevo mio padre solo come un genitore, e lui mi vedeva solo come un figlio”. Di lui non ci sono grosse tracce a livello junior, mentre alcuni suoi connazionali si facevano notare anche dalle nostre parti. Andrea Collarini, Facundo Arguello, Diego Schwartzman, Agustin Velotti, Renzo Olivo…lui, per mancanza di risorse, ha preferito restare a casa ad allenarsi. Un po' come le sorelle Williams, che non fecero alcuna attività junior. Ma allora fu una scelta di papà Richard. Quella di papà Ricardo fu una necessità. “I ragazzi della mia generazione sono molto forti ed è stato un fatto positivo, perché mi hanno motivato a sforzarmi sempre di più”. C'era il circolo di papà, per carità, ma intanto ha iniziato a giocare i primi futures e ha ottenuto subito buoni risultati. Nel 2013 ne ha vinti due, l'anno scorso cinque, quest'anno tre. Tutti in Argentina, dove il livello è buono ma gli avversari sono sempre gli stessi. Il cambio di mentalità è arrivato con l'assunzione di Brzezicki, che ha affinato un tennis discreto, non eccezionale ma che vale certamente i top-100. Ricorda vagamente quello di Guillermo Garcia Lopez. “Sono un tennista aggressivo, buono sia di dritto che di rovescio. Il servizio è normale, in generale sono aggressivo. Da piccolo giocavo meglio il rovescio a una mano, ma era difficile perché non avevo molto forza. A due mani era più facile, ci ho dovuto lavorare molto ma oggi è uno dei miei colpi migliori”. Insomma, ha resistito alla tentazione ed è rimasto fedele alla scuola argentina, inaugurata da Vilas, esaltata dalla Sabatini e sublimata da Gaudio. Il problema, come sempre, sono i soldi. Dopo la finale a Todi è salito in treno ed è andato in Svizzera per giocare un campionato a squadre, ottimo per raccattare qualche euro. “Sarà dura, ma ho tanta voglia di lottare. E con il giusto atteggiamento puoi ottenere qualsiasi risultato”. Ha già coronato il sogno di giocare a Wimbledon. Ma per papà Nicolas, beh, c'è ancora tanto da conquistare. A partire da un bambino da sfamare.
