Saltato il Sunshine Double con Indian Wells e Miami, il circuito internazionale si ritrova a Palermo. Tra tamponi, primi casi di positività da gestire e protocolli da mettere in pratica dopo tanta teoria, il capoluogo siciliano veste i panni del torneo della ripartenza. E lo spettacolo, davanti a circa 500 spettatori ammessi, non è mancato: due italiane ai quarti (Cocciaretto e una ritrovata Errani) e Giorgi in semifinale, a pochi punti dal successo contro Fiona Ferro, poi laureatasi campionessa, giocatrice francese di qualità e carattere in grande evidenza sul rosso del Ladies Open. Mentre Halep timbra il cartellino anche a Praga facendo valere la propria caratura, il Tour inizia a migrare verso l’America. Jennifer Brady si aggiudica l’antipasto di Lexington e l’ex campionessa NCAA si ritaglia un ruolo da protagonista anche nella bolla di New York con una semifinale Slam. Due nomi su tutti tra Cincinnati e Us Open, back-to-back sul cemento di Flushing Meadows: Naomi Osaka e Victoria Azarenka. Nel Western & Southern Open, per l’occasione trasferitosi nella Grande Mela, la bielorussa torna a vincere sul circuito per la prima volta dal 2016, pur grazie al ritiro in finale di Osaka. Nella settimana della morte di George Floyd e delle rivolta negli Usa, la giapponese prima annuncia il ritiro in segno di protesta contro le violenze sui neri, poi accoglie favorevolmente il giorno di sospensione deciso dal torneo e torna in campo per la semifinale contro Elise Mertens. Le tensioni fisiche e psicologiche accumulate negli ultimi giorni sfociano però in un fastidio al ginocchio che la costringe al forfait in finale ma non a imporre la propria legge due settimane più tardi agli Us Open. La finale è sempre la stessa, Azarenka certifica il momento d’oro infrangendo in semi il sogno del 24mo Slam di Serena Williams e accarezza la gioia del successo issandosi sul 6-1 2-0. “Mi sono detta che sarebbe stato imbarazzante perdere in meno di un’ora, ho iniziato a provarci su ogni palla”, le parole di Osaka dopo il secondo sigillo negli ultimi tre anni a New York. La sua immagine distesa sul cemento di Flushing Meadows con gli occhi socchiusi va oltre il valore della vittoria in sé, come dimostrato dalle mascherine personalizzate all’ingresso in campo con il nome ogni giorno diverso di una vittima nera: Naomi riceve consensi non solo per il suo tennis, con lei la Wta ha sicuramente trovato un grandissimo personaggio.