Sarà Alexander Zverev, ventenne leader della NextGen tanto cara all’ATP, a contendere a Fabio Fognini un posto nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia. L’ha raggiunto battendo Viktor Troicki, e per sfidare l’azzurro sceglie… l’erba di Halle! Fabio, nel frattempo, si allena da solo, in un clima di grande serenità, lavorando sul servizio. Da quest’anno il vecchio Grandstand del Foro Italico è diventato Next Gen Arena, mossa di marketing concettualmente giustissima, per promuovere la grande novità del 2017 del tennis italiano e non solo, sempre organizzata dalla partnership FIT-CONI Servizi. Il problema è che, qualcuno per motivi di classifica e altri per scelta personale, dei sei giocatori raffigurati sulla copertura dello stadio, agli Internazionali se n’è presentato uno solo! Non ci sono Medvedev, Tiafoe, Fritz, Khachanov e Chung, ma per fortuna c’è il più importante del lotto, quell’Alexander Zverev che guida il treno diretto a Milano, pur coltivando ancora il sogno di cambiare binario all’ultimo, per dirigersi (stavolta senza coetanei) fino a Londra. Il pubblico italiano lo conosce già, ma avrà la chance di vederlo ancora più vicino nella giornata di domani, visto che sarà proprio lui a contendere a Fabio Fognini il pass per i quarti di finale degli Internazionali (ore 12, Campo Centrale). Contro Viktor Troicki la stellina tedesca ha trovato comunque il modo per far volare un paio di racchette, ma ha chiuso 6-3 6-4 senza concedere palle-break, giocando un tennis decisamente migliore rispetto a quello mostrato all’esordio contro Kevin Anderson. “Avrò un sacco di aiuto dal pubblico”, ha detto ridendo il ventenne di Amburgo in conferenza stampa. “Penso che Fabio sia uno di quei giocatori che il pubblico adora, per il modo in cui gioca, per come si comporta, e perché è sempre divertente da vedere. Mi piace il calore che riceve: il pubblico farà un gran rumore, tutto per lui, sarà divertente. Ho osservato il primo set del suo match con Murray, ha giocato veramente bene, e mi aspetto un duello complicato”. ATTESO "BOBO" IL PORTAFORTUNA?
“Centrale o Pietrangeli? No, preferirei l’erba, da qualche parte ad Halle. Quello sarebbe un buon campo
, ha aggiunto “Sascha” ridendo. Scherza, visto che ha dimostrato di saper giocare su livelli simili un po’ dappertutto. “Quest’anno ho vinto a Monaco di Baviera sulla terra, e raggiunto i quarti a Madrid. Sul cemento ho giù vinto due tornei, sull’erba ho raggiunto la finale ad Halle battendo Federer. Per me dipende solo da come gioco, non dalla superficie”. Libero da impegni agonistici, e non ancora convocato dalla moglie Flavia in quel di Barcellona, Fognini ha invece affrontato la sua giornata con più calma, allenandosi alle 14 in un clima di totale serenità. Il successo con Murray gli ha permesso anche di ricevere in premio il Campo 5, l’unico del Foro non a contatto diretto con il pubblico, solitamente privilegio del superbig, per allenarsi senza il fiato degli appassionati sul collo ed evitare la scontata calca di fan a caccia di foto o autografi. Fabio si è allenato da solo, con coach Franco Davin e il preparatore atletico Max Tosello, lavorando per almeno una ventina di minuti solamente sul servizio. Buon segno, visto che pur essendo cresciuto in sicurezza resta comunque il colpo meno nobile del suo immenso repertorio. A fine allenamento, sulla balconata che guarda sul campo è comparsa Maria Elena Camerin (che dopo il ritiro lavora per la Federtennis) e l’ex attaccante juventino Nicola Amoruso, grande appassionato di tennis e amico di Fognini. I due si sono dati appuntamento all’Olimpico per la finale di Coppa Italia fra Lazio e Juventus, in programma questa sera alle 20.45. Una buona idea per staccare un po’ la mente dal tennis: come dimostra l’attenzione dedicata all’imminente nascita del figlio, a Fognini qualche distrazione può far bene. “C’è anche Bobo”, sentenzia Fabio prima di salutare “Nick”. Lo stesso Bobo, al secolo Christian Vieri, che lo accompagnò sugli spalti per tutta la cavalcata al Masters 1000 di Miami, foriera di una splendida semifinale. Conviene augurarsi che si fermi qualche giorno anche nella Capitale.