UTILE ANCHE PRIMA DEI MATCH
Chi non conosce ancora lo strumento arriva con un po' di paura. Ma i timori svaniscono rapidamente quando ci si rende conto che il freddo è intenso, ma sopportabile. Anche per questo, nessun giocatore si accontenta di un programma moderato, ma sceglie quello estremo. La terapia Cryosense combina caldo e freddo, in modo da stimolare vasocostrizione e vasodilatazione, con effetti rigenerativi, analgesici e antinfiammatori. La novità è che può essere utile non solo dopo una partita, ma anche prima, poiché condiziona il corpo a un grado di potenza e velocità che può essere molto utile in campo. Tuttavia, questa prassi non è ancora molto diffusa. “I giocatori hanno paura a venire da noi prima del match, perché se non scendono in campo subito si rilassano a tal punto da prendere sonno. Per questa ragione, preferiscono non rischiare e rimandare il trattamento a dopo la partita”. Maggiore cautela da parte delle donne. Secondo Maria Sanso Mediavilla (manager di Cryosense), la WTA è stata molto “protettiva” con le giocatrici perché non conoscono la terapia. “Ma Garbine Muguruza l'ha provata una volta e si è entusiasmata”. Tra le altre giocatrici che si sono fatte un tuffo nel freddo si segnalano Carla Suarez Navarro (vincitrice di un match maratona contro la Svitolina), Donna Vekic e Andreja Klepac. Secondo i promotori, dopo ogni seduta si esce con il corpo perfettamente attivato, con una buona frequenza cardiaca e il tono muscolare aumentato. Nella fase di “calore”, la cabina raggiunge una temperatura di 79 gradi che deve essere sopportata per un minuto. Secondo gli specialisti, quasi tutti i tennisti hanno dato parere positivo, sottolineando che la crioterapia si sopporta con più facilità rispetto ai bagni ghiacciati e che gli effetti benefici sono immediati. Se davvero la terapia sortisce gli effetti sperati, prepariamoci ad ammirare carriere sempre più lunghe...