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Tre minuti a -196°, 40 anni dopo Messner

Nel quarantennale della clamorosa impresa dell'alpinista italiano (in cima all'Everest senza ossigeno), la crioterapia entra nel mondo del tennis con una macchina che alterna caldo (+79°) e freddo (-196°) per qualche minuto, dando immediati benefici ai giocatori. A Madrid, la macchina sta spopolando.

Sono passati 40 anni esatti da quando Reinhold Messner (insieme all'austriaco Peter Habeler) fu il primo uomo a scalare l'Everest senza bombole di ossigeno. Chissà se avrebbe avuto vita più facile se avesse avuto a disposizione le tecnologie attuali, comprese quelle che vengono utilizzate dai tennisti. Basta parlare con un qualsiasi giocatore per sentirsi dire che gli ottimi risultati degli over 30 sono dovuti alle nuove tecniche che consentono di recuperare meglio (e più in fretta) dopo un match. Tra queste spiccano i bagni ghiacciati, perfetti per rimettere a nuovo i muscoli dopo uno sforzo intenso. Ma il Mutua Madrid Open sta facendo qualcosa in più, passo decisivo verso la pensione del sistema precedente: per la prima volta, è stata messa a disposizione dei giocatori una macchina di crioterapia che porta la temperatura fino a 196 gradi sotto zero. Sembra una temperatura folle, invece buona parte dei tennisti hanno resistito a un programma che prevede sedute di 3 minuti a una temperatura peggio che polare. La tecnologia avanza: il trattamento sta rapidamente sostituendo i bagni ghiacciati a cui si sottopongono molti tennisti (per una decina di minuti). L'azienda spagnola Cryosense ha portato alla Caja Magica uno strumento innovativo che promette di rendere ancora migliore la riabilitazione muscolare. Tra i più entusiasti ci sono Nadal, Djokovic, Dimitrov e Feliciano Lopez. “Nadal viene da noi tutti i giorniha raccontato ad ABC Sole Sanchez, fisioterapia incaricata del trattamento – tutte le teste di serie hanno provato la terapia e vogliono ripeterla”.

UTILE ANCHE PRIMA DEI MATCH
Chi non conosce ancora lo strumento arriva con un po' di paura. Ma i timori svaniscono rapidamente quando ci si rende conto che il freddo è intenso, ma sopportabile. Anche per questo, nessun giocatore si accontenta di un programma moderato, ma sceglie quello estremo. La terapia Cryosense combina caldo e freddo, in modo da stimolare vasocostrizione e vasodilatazione, con effetti rigenerativi, analgesici e antinfiammatori. La novità è che può essere utile non solo dopo una partita, ma anche prima, poiché condiziona il corpo a un grado di potenza e velocità che può essere molto utile in campo. Tuttavia, questa prassi non è ancora molto diffusa. “I giocatori hanno paura a venire da noi prima del match, perché se non scendono in campo subito si rilassano a tal punto da prendere sonno. Per questa ragione, preferiscono non rischiare e rimandare il trattamento a dopo la partita”. Maggiore cautela da parte delle donne. Secondo Maria Sanso Mediavilla (manager di Cryosense), la WTA è stata molto “protettiva” con le giocatrici perché non conoscono la terapia. “Ma Garbine Muguruza l'ha provata una volta e si è entusiasmata”. Tra le altre giocatrici che si sono fatte un tuffo nel freddo si segnalano Carla Suarez Navarro (vincitrice di un match maratona contro la Svitolina), Donna Vekic e Andreja Klepac. Secondo i promotori, dopo ogni seduta si esce con il corpo perfettamente attivato, con una buona frequenza cardiaca e il tono muscolare aumentato. Nella fase di “calore”, la cabina raggiunge una temperatura di 79 gradi che deve essere sopportata per un minuto. Secondo gli specialisti, quasi tutti i tennisti hanno dato parere positivo, sottolineando che la crioterapia si sopporta con più facilità rispetto ai bagni ghiacciati e che gli effetti benefici sono immediati. Se davvero la terapia sortisce gli effetti sperati, prepariamoci ad ammirare carriere sempre più lunghe...

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