Ogni punto vale uno? Nei tabelloni segnapunti è così, ma nella testa dei giocatori – e nell'economia di una partita – non è sempre vero. Ci sono punti, giochi e situazioni che valgono più di altri, sia per il peso specifico che per la loro eredità psicologica. In particolare, “pesano” molto gli scambi piuttosto lunghi, i game conditi da tanti vantaggi e quelli immediatamente successivi. Prendiamo la finale femminile di Wimbledon, in cui Venus Williams ha avuto ottime chance nel primo set, contro Garbine Muguruza. Nel primo set, l'americana si è trovata in vantaggio 5-4 a 15-40 sul servizio della spagnola. Fino a quel momento, in tutto il torneo, non aveva giocato un solo punto sopra i 20 colpi. Sul 15-40, Garbine si è armata di pazienza e ha impostato uno scambio di 19 colpi, chiuso da un dritto in rete di Venus. Nel punto successivo, l'americana ha sbagliato la risposta. Persa l'occasione, è crollata e non ha più vinto un solo game. In virtù delle pillole di saggezza narrate nel suo Winning Ugly, Brad Gilbert è la persona adatta per analizzare questo tipo di dinamiche. “Per alcuni giocatori, gli scambi lunghi sono il terreno ideale. Altri sostengono che non sia il loro gioco. Non hanno fiducia nella capacità di giocare in difesa”. A suo dire, durante la finale di Wimbledon, la Muguruza ha cambiato l'impostazione della partita nel miglior modo possibile. Allungando gli scambi, ha esposto Venus a una situazione tattica scomoda. Le statistiche più recenti insegnano che la maggior parte degli scambi si risolve entro 8-10 colpi. Il sito-cult Tennis Abstract ha realizzato uno studio durante il Roland Garros 2011: nonostante si giocasse sulla terra battuta, emerse che soltanto il 10% degli scambi superava i 10 colpi. A metà Us Open, in un centinaio di partite, si erano visti soltanto 20 scambi di almeno 27 colpi. Insomma, si va abbastanza in fretta. “La chiave per rendere al massimo è tenere il corpo il più rilassato possibile durante gli scambi più lunghi – dice Kevin Anderson, autore di un torneo straordinario – personalmente cerco di essere paziente, senza pensare se si tratta del primo punto della partita oppure se siamo 4-4 al terzo. Cerco di restare concentrato, e se si presenta un'occasione provo a sfruttarla”.