Il campo duro? Ora si arrotola

Presentiamo il rivoluzionario campo Mapei “rimovibile”. Le caratteristiche sono quelle di un campo in resina ma è spesso pochi millimetri. Si toglie e si riutilizza. Guarda il VIDEO ESCLUSIVO di come viene realizzato ...

Il campo duro? ora si arrotola

di Enzo Anderloni

E’ venuto il dott. Giorgio Squinzi in persona, con la moglie dott. Adriana Spazzoli, che dirige marketing e comunicazione della Mapei, al varo della grande novità durante lo Sport Show di Brescia. Il campo da tennis in resina (il tipo di finitura usata sugli hard court sia negli Slam che nei Masters 1000 Atp) rimovibile. A meno di due anni dall’ingresso nel mercato del tennis Mapei è già in grado di innovare, sfruttando la propria esperienza in diversi settori dell’edilizia.

Il campo in duro che si stacca, si arrotola, si carica su un furgoncino e si sposta dove si vuole è infatti frutto della creatività dei tecnici Mapei che poggia su una lunga sperimentazione in fatto di collanti (in questo caso riposizionabili) e di resine.

Quello che l’amministratore unico di Mapei e presidente di Confindustria è venuto a battezzare è infatti un campo realizzato usando come base un telo di PVC sottilissimo (mm 1,5), spalmato al di sotto con un adesivo speciale Mapei riposizionabile (Ultrabond Eco Tack LVT).

I teli (larghi circa 2 metri, lunghi 20) vengono posati sulla superficie della struttura indoor, uniti tra loro con Mapeflex AC4 (un sigillante acrilico) e spalmati con tre/quattro strati di Mapecoat TNS Finish.

Il risultato finale, l’abbiamo provato personalmente, è un hard court assolutamente conforme agli omologhi outdoor (la resina di finitura è la stessa), la cui velocità viene condizionata dal fondo di base (a Brescia era il pavimento dei padiglioni fieristici) e dal tipo di finitura scelta. Rimbalzo alto e sempre perfettamente regolare, grip per il piede più che solido. Pronto per gli Us Open.

La sorpresa è che una volta finita la manifestazione (in questo caso, appunto, lo Sport Show) è sufficiente riaprire le giunzioni tra i teli, staccarli e riarrotolarli. Un telo arrotolato pesa una cinquantina di chili, si può gestire anche a mano. E l’intero campo si carica su un qualunque furgone. Alla prossima occasione basterà recuperarlo dal magazzino.

Si ristenderanno i teli (l’adesivo resta “attivo”). Sarà sufficiente unirli nuovamente e stendere un ulteriore strato di resina per mascherare le giunzioni. Una soluzione mai vista nel nostro sport. Qualcosa di non troppo inusuale per Mapei, che da anni e anni incolla le piste d’atletica per Olimpiadi e campionati del mondo.

Il nostro marchio è diventato di risonanza mondiale grazie allo sport, in particolare al ciclismo - ha tenuto a sottolineare il dott. Squinzi - Essere stati per nove anni la squadra più forte del mondo, formata da atleti di diverse nazioni, ci ha dato una visibilità internazionale importantissima. Lo sport inoltre è sempre stato una grande passione di famiglia. Mio padre era un ciclista: la bicicletta e il calcio sono sempre stati di casa. Inoltre con il Centro integrato Mapei Sport, creato per sviluppare attraverso la ricerca le tecniche di allenamento e migliorare le performance in modo pulito, siamo vicini a tante discipline. E adesso con questo progetto entriamo anche nell’ambiente tennistico”.

“Vedo lo sport anche come un modo di fare squadra al nostro interno - continua l’amministratore unico della Mapei - e con i nostri clienti, i nostri fornitori, gli utilizzatori dei nostri prodotti. Quindi ci credo molto”.

E dunque non si accontenta di sponsorizzare, di “metterci il brand”: Mapei ha sempre un coinvolgimento diretto nello sviluppo.“Vogliamo entrare nel merito degli aspetti della performance sportiva, avere le mani in pasta - prosegue - Il campo in resina rimovibile, visto da fuori sembra normalissimo. Ma sotto c’è tanta ricerca, tanta tecnologia”.

Anche il tennis avrà dunque il contributo Mapei per lo sviluppo di soluzioni e performance: “Ci stiamo impegnando molto - conclude Squinzi - Ci piace metterci in gioco”.

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