All’esordio su un palcoscenico importante come Madrid e opposto a Rafa Nadal, Darwin Blanch, fantasioso giocatore mancino, ci ha dato un assaggio di quello che potrebbe diventare il gioco mancino del futuro

Che Darwin Blanch possa incarnare l’evoluzione del gioco sinistro è ancora tutto da provare! Tirandosi dietro il peso di cotanto nome, tuttavia, qualcosa dal mancinismo primordiale deve averla ereditata e in un processo innovativo che non conosce soste, pare che il giovane statunitense stia elaborando il prezioso lascito per rilanciarlo verso un futuro prossimo con proposte tattiche di nuovo conio. Magari insite in un prototipo riassuntivo che contenga figure alla Laver, Connors o McEnroe piuttosto che alla Vilas, Muster e Nadal.

Stando al confronto con quest’ultimo, appena archiviato sulla Caja Magica di Madrid, l’imberbe tennista, giunto al soglio del professionismo ancora adolescente, rivela che il tennis mancino dell’immediato futuro, potrebbe conservare la creatività tipica della specie, rimanendo equidistante tra quello troppo risolutore di Leconte e l’altro di eccessiva tenuta tanto caro a Nadal.


Non credo che ieri l’outsider americano mirasse veramente al colpaccio sullo spagnolo, ma già da domani dovrà cambiare marcia pensando, senza scomodare i più grandi, che, anche per diventare Shapovalov o Shelton, le partite vanno comunque lottate.