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05 April 2020

Fabbiano: «Giocare a Natale? Perché no...»

Tommy ci parla della sua love-story con i Championships, dove l'anno scorso ha eliminato Stefanos Tsitsipas, e di come vede il resto della stagione, compresa l'ipotesi di passare in campo le feste di fine anno. L'esperienza straniante di Indian Wells e la scelta 'cinica' del Roland Garros. Gli allenamenti in casa a Sanremo e la voglia di tornare in campo

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Fabbiano e Tsitsipas a Wimbledon - foto Ray Giubilo

Thomas Fabbiano con Wimbledon ha una love story. E’ l’unico Slam in cui ha raggiunto per due volte il terzo turno, raccogliendoci soprattutto vittorie importanti: l’anno scorso contro Stefanos Tsitsipas e nel 2018 contro Stan Wawrinka. Ma condivide l’idea che annullare l’edizione di quest’anno sia la soluzione più giusta. «Il contagio è una questione che riguarda tutto il mondo, con tanti morti in giro bisogna rispettare l’isolamento, aprire i cancelli a tanta gente non avrebbe senso. E’ vero che mancavano ancora tre mesi, ma questo problema purtroppo è destinato ad andare per le lunghe. Se siamo bravi e stiamo in casa magari in due mesi potremo iniziare ad allentare l’isolamento, non è giusto tornare a circolare adesso».

Qual è il ricordo più bello che ti lega ai Championships?

«Sicuramente la vittoria dell’anno scorso al primo turno contro Stefanos Tsitsipas, su un campo importante: diciamo che è l’highlight della mia carriera ai Wimbledon»

Dove ti sei sempre trovato a suo agio…

«Sì, mi piacciono tante cose del torneo: l’eleganza, il suono ovattato che fa la palla toccando l’erba, il rimbalzo basso che si adatta alla mia tecnica. Poi Londra è una bellissima città, anche se durante le gare non sono mai andato troppo in giro. E ho fatto bene, visto che qualche partita l’ho vinta…»

foto Ray Giubilo

Dove alloggi di solito?

«A fianco del Club, praticamente attaccato al campo numero 1. Con mio padre, mio fratello, il mio coach e il preparatore affittiamo una casa, come fanno quasi tutti i giocatori. Mi piace perché sento ‘l’odore’ del torneo, e quando voglio posso riposarmi e in un minuto essere di ritorno sui campi. A Southfields uno dei ritrovi è la pizzeria ‘Franco Manca’, altre volte mangio in casa. Ma non cucino io».

Eri a Indian Wells nei giorni in cui è avvenuta la prima cancellazione. Ce li racconta?

«Sembrava tutto normale: gli allenamenti senza restrizione, i ristoranti affollati. Nessun controllo in aeroporto quando siamo arrivati, e devo dire niente di particolare neppure quando siamo tornati. In California noi italiani eravamo visti quasi come appestati, i colleghi francesi e spagnoli ci prendevano un po’ in giro, pensando che fosse solo un problema italiano. Mentre noi conoscevamo già la realtà perché leggevamo i giornali di casa nostra».

Come vedi il resto della stagione?

«Non è facile fare previsioni. A me personalmente l’idea di una stagione compressa non dispiace. Se riescono a mettere in fila tanti tornei, meglio così, è un’occasione di recuperare una parte dei punti e dei soldi che stiamo perdendo oggi».

Giocheresti anche a Natale?

«Perché no? Del resto Natale e Capodanno sono abituato a passarli in aereo, o allenandomi».

foto Ray Giubilo

Sei d’accordo con la scelta del Roland Garros di spostarsi autonomamente a settembre?

«Non mi è piaciuto che non abbiamo avvertito nessuno, né l’Atp e la Wta, né noi giocatori. Però capisco che, egoisticamente, abbiano cercato di salvare uno Slam. Prima che lo faccia qualcun altro, devono aver pensato, facciamolo noi».

Se la data verrà confermata, Us Open e Parigi si giocheranno a una settimana di distanza: un problema?

«Forse per uno come Nadal, abituato ad arrivare sempre in fondo, non certo per la maggioranza di perde al primo o al secondo turno e può guadagnare comunque un montepremi importante. Non credo che nessuno rinuncerebbe a giocare uno Slam».

Come stai trascorrendo il ‘distanziamento sociale’?

«A Sanremo. Ero venuto qui ad allenarmi, e sono rimasto bloccato, per fortuna in compagnia della mia fidanzata. Per 16-17 giorni non ho fatto nulla, come se fosse una vera vacanza, non ho neanche badato alla dieta. Da cinque giorni ho ripreso ad allenarmi: in soggiorno, come posso. In attesa che si possa ricominciare»

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