Classificare i giocatori per il rendimento sotto pressione può essere complicato, non trattandosi di un parametro unico e stabilito. Ci ha provato l'Atp con un'analisi che mette in confronto quattro termini di paragone, i più significativi sotto il punto di vista della tensione e dell'importanza del punteggio. Si possono riassumere così:
- Palle break convertite
- Palle break salvate
- Tie-break vinti
- Set decisivi vinti
La scelta dei parametri rispecchia quei momenti che possono far girare la partita, in meglio, ma anche in peggio. I risultati del 2019, mettendo assieme le quattro 'categorie', incoronano Rafael Nadal a quota 253.1 punti. Sorprende il fatto che il maiorchino non sia al comando di nessun criterio appena citato: ciò equivale ad un rendimento generale di alto livello e una gestione della pressione a 360 gradi durante il match. Nadal lo scorso anno ha ottenuto il 45% di palle break convertite (250/556). Tra i vari appuntamenti a cui ha preso parte, il miglior rendimento lo ha ottenuto a Montecarlo con il 57.6% (19/33). Più alta ovviamente la percentuale delle palle break salvate: 68.4% (158/231) tra cui spicca l'89% (8/9) ottenuto in Laver Cup dove ha rasentato quasi la perfezione.
Tie-break vinti invece? Nonostante Rafa non faccia del servizio la sua arma migliore (un fondamentale che storicamente permette a chi serve meglio di avere più chance di spuntarla), ci si assesta sul 60.8% in carriera (243/400) e sul 60.9% nel 2019. Si alzano ulteriormente le percentuali che fanno riferimento ai parziali decisivi conquistati: uno dei territori prediletti da Nadal con il 75% delle volte a sorridergli, equivalente al terzo miglior rendimento della scorsa stagione.