Il Tennis Italiano

IL TENNIS ITALIANO 1 Stefano Semeraro segue professionalmente il tennis dal 1986. Da inizio anni ‘90 si occupa di tennis e sport per La Stampa Il tennis dal vivo un’occasione italiana uesto numero de Il Tennis Italiano arriva in edicola all’inizio dell’estate americana, e vi farà compagnia fino a metà dell’autunno italiano. Sì, perché ormai le stagioni del nostro tennis coprono una buona parte del calendario e fra settembre e novembre gli appuntamenti sono tantissimi. Si parte con il 125 Wta di Bari, per proseguire con il girone di Coppa Davis di Bologna, appena dopo gli Us Open, e con l’ Open 250 Wta di Parma a fine settembre; a ottobre ci aspettano i nuovi appuntamenti Atp di Firenze e Napoli, per poi passare alle Next Finals di Milano, e chiudere alla grande con le Atp Finals di Torino, che quest’anno giungono alla seconda edizione con una offerta rinnovata. Nelle prossime pagine troverete resoconti e personaggi dal Wta di Palermo, oltre che dai Challenger di Milano, Todi, Verona, Trieste - e degli appuntamenti rimasti fuori per questioni di tempo scriveremo sul prossimo numero -, insomma si può dire che tutta l’Italia sia mobilitata. Che da Nord a Sud e da est a ovest per gli appassionati, sia possibile vedere il tennis non solo in tv, attraverso l’offerta a tappeto di SuperTennis, Eurosport, Sky e la Rai, ma anche dal vivo. Una nota personale: mi sono innamorato la prima volta di questo sport da spettatore bambino del torneo Wct di Bologna. Allora le occasioni di vedere il tennis non erano tantissime, e ancora oggi non ho dimenticato l’«imprinting» di quelle serate al Paladozza di Bologna, durante le quali ebbi l’occasione di vedere a pochi metri da me Rod Laver e Arthur Ashe, Adriano Panatta e Bjorn Borg, Charlie Pasarell e Roger Taylor o Ken Rosewall. Ho poi iniziato a seguire il tennis professionalmente quando di tornei Atp in Italia c’era abbondanza, da Saint Vincent a Bari, da Genova a Firenze, a Bologna. Lo sport dal L’EDITORIALE di Stefano Semeraro Q stefano.semeraro@sport-com.it vivo è diverso, un’esperienza coinvolgente, per questo mi permetto di consigliare a chiunque ne abbia la possibilità di approfittare del prossimo autunno caldo - e qui si parla solo di tennis, sia chiaro - per vedere all’opera dal vivo campioni e campioncini, talenti in erba e professionisti affermati. Sperando, me lo auguro sinceramente, che i prezzi non siano troppo alti e non risulti proibitivo, come qualcuno già lamenta, passare una giornata di sport insieme per tutta la famiglia. Oggi poi in casa abbiamo anche una quantità di ottimi giocatori: sarebbe importante averli in campo nei nostri tornei. Se hanno avuto la chance di crescere e di diventare forti è stato per merito di una attività diffusa e continua, dei tanti organizzatori - Fit compresa - di tornei giovanili, Futures, Challenger che con coraggio, anche negli anni della pandemia, hanno trasformato l’Italia nella capitale organizzativa del tennis. Il calendario delle ultime due o tre stagioni è stato rivoluzionato, e ora vanno messi in conto gli abbandoni più o meno forzati dei tornei asiatici e russi. Alcune delle licenze italiane sono annuali, ma se il pubblico risponderà, se i nostri campioni onoreranno gli appuntamenti di casa invogliando così gli sponsor a investire, si chiuderà un circolo virtuoso e potremo sperare che l’Italia si mantenga ‘caput tennis’ anche dopo la fine delle tante e tristi emergenze che stiamo vivendo. Il nostro impegno e la nostra passione è di continuare a raccontarvelo.

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