Il Tennis Italiano

44 AGOSTO-SETTEMBRE 2022 L’ERBA DI ELÈNA Conosciamo meglio Elèna Rybakina, russa naturalizzata kazaka, vincitrice a sorpresa del torneo diWimbledon: timida, semplice molto professionale. Il suo successo ha sorpreso molti, e trova le radici anche in un periodo di allenamento in Italia di Alessandro Nizegorodcew | foto di Ray Giubilo IL PERSONAGGIO ELÈNA RYBAKINA «La palla fa un altro rumore, un rumore diverso». È una frase che si sente spesso tra appassionati e addetti ai lavori. Il suono dell’impatto delle corde sulla palla a volte fa capire che ci si trova dinanzi a un giocatore, o a una giocatrice, di straordinarie qualità. La palla di Elèna Rybakina fa un altro rumore, un rumore diverso; e a suon di servizi vincenti e accelerazioni ha vinto Wimbledon. Russa, nata da genitori russi, residente in Russia, ma naturalizzata kazaka, ha trionfato lì dove i russi erano banditi. Ma a lei, tutto ciò, non interessa. O, almeno, così pare. Non lo sapremo mai. Elena (con accento sulla seconda ‘e’) è timida, riservata, di pochissime parole. Nel torneo ha superato Vandeweghe, Andreescu, Zheng, Martic, Tomljanovic e Halep, prima di recuperare un set di svantaggio in finale a Ons Jabeur, numero 2 al mondo. Un successo sorprendente ma, per chi conosce la storia di Rybakina, non del tutto. Sul matchpoint non ha fatto una piega, un pugnetto e un timido sorriso, come avesse vinto il primo turno a Bad Homburg anziché nel tempo del tennis. «Non ho parole per spiegare quanto sia felice in questo momento» – racconterà durante la premiazione. In conferenza stampa si commuove quando parla dei genitori e dei sacrifici che hanno fatto per lei. «Volevate vedere la mia parte emotiva – scherzerà con gli occhi lucidi -, eccola qui!». Rybakina è una persona semplice, nel senso più positivo del termine, seria, professionale e perfezionista. «Sono davvero orgoglioso di Elena – racconta il coach italo-croato Stefano Vukov -. È una ragazza incredibile: ascolta sempre, si affida, non si lamenta mai, ha lavorato al massimo sin da quando abbiamo iniziato la nostra collaborazione”. MALEDETTA ERBA! E pensare che Rybakina, fino a qualche anno fa, odiava giocare su erba. Nel 2017, dopo la vittoria al Bonfiglio e la semifinale al Roland Garros under 18, Elena si ritrova a giocare il primo turno di Wimbledon Junior contro la statunitense Ellie Douglas; arriva a Londra solamente un giorno prima del torneo, dalla Russia, senza mezzo allenamento. Risultato: sconfitta cocente. «Quando ho conosciuto Elena mi ha raccontato questo episodio – spiega Vukov –, dicendomi che odiava l’erba. A mio avviso invece era una superficie su cui poteva raggiungere grandi traguardi. Si è fidata, affidata e ci siamo riusciti gradualmente: semifinale a Elèna durante la finale: puntare su un tennis più aggressivo le ha dato ragione. È la prima kazaka, anche se soprattutto di passaporto, a imporsi nei Championships

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